
Thierry Burkart è il nuovo presidente del PLR svizzero. I delegati, riuniti in assemblea a Bienne (BE), hanno eletto con 296 voti contro tre il successore di Petra Gössi, che era alla guida del partito dal 2016.
Il 46enne argoviese, consigliere agli Stati, era l’unico candidato. “La Svizzera ha bisogno più che mai di un PLR competente, costruttivo e forte”, ha detto all’assemblea poco prima della sua elezione. “Ci battiamo per i valori che hanno permesso il successo della Svizzera: libertà e responsabilità, innovazione e coesione”, ha aggiunto.
Il PLR si deve smarcare nettamente dagli altri partiti. I Verdi e la sinistra vogliono trasformare la Svizzera in una realtà statalizzata, mentre l’UDC è chiuso e flirta con le menzogne legate al coronavirus, solo per attirare qualche elettore. Con “l’indefinita” Alleanza del Centro si rischia invece la paralisi, ha proseguito Burkart.
Il nuovo presidente guiderà il partito con una squadra di quattro vicepresidenti, invece degli attuali due: oltre al consigliere agli Stati Andrea Caroni (AR) e al consigliere nazionale Philippe Nantermod (VS), Burkart ha proposto, con successo, l’elezione della “senatrice” Johanna Gapany (FR) e del consigliere nazionale Andri Silberschmidt (ZH).
Carriera e ideologia
La carriera politica di Burkart è iniziata nel PLR del canton Argovia, dove è entrato a far parte della presidenza nel 1999. Nel 2015 è stato eletto al Consiglio nazionale e nell’autunno del 2019 al Consiglio degli Stati.
A livello fiscale è a favore della concorrenza, con imposte basse per famiglie, classi medie e con un rafforzamento delle piccole e medie imprese, anche grazie a una semplificazione dell’apparato burocratico. Fra le altre cose, è anche a favore di un rafforzamento dell’Esercito.
A livello energetico è contrario a maggiori finanziamenti per solare ed eolico. È però favorevole alla ricerca e alla successiva produzione di tecnologie efficienti per lo stoccaggio energetico. Per quel che riguarda l’immigrazione, vorrebbe che una selezione dei rifugiati venga già fatta alla partenza, prima dell’arrivo in Svizzera.
Si tratta quindi di un personaggio diverso da Petra Gössi: basti infatti pensare alla sua opposizione alla svolta ambientalista cercata dalla ormai ex presidente.
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