Il prossimo 31 marzo Viola Amherd lascerà Palazzo Federale dopo aver condotto per sei anni il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS). Da tempo si speculava su un suo passo indietro, ma l'annuncio odierno delle sue dimissioni ha comunque sorpreso i parlamentari sotto la cupola di Berna, compresi i rappresentanti della deputazione ticinese.
"Un fulmine a ciel sereno"
"Devo confessare che sono rimasto sorpreso, l'annuncio è arrivato come un fulmine a ciel sereno". Fabio Regazzi, consigliere agli Stati del Centro, commenta così a Ticinonews le dimissioni annunciate questo pomeriggio dalla consigliera federale Viola Amherd. "Era chiaro che a medio termine sarebbero arrivate", aggiunge, "ma non subito, all'inizio dell'anno".
"Le pressioni dell'Udc sono state inaccettabili e poco svizzere"
L'annuncio è arrivato a seguito delle dimissioni di Gerhard Pfister da presidente nazionale del Centro, partito del quale fa parte la stessa Amherd. Ma anche dopo la richiesta dell'Udc, che lo scorso fine settimana ha esplicitamente chiesto alla consigliera federale di farsi da parte. "Solo la diretta interessata può dire come stanno le cose, ma è chiaro che ultimamente le pressioni sono aumentate e c'è anche stato un attacco inaccettabile e poco svizzero da parte dei democentristi", aggiunge Regazzi. "Bisogna capire se questa richiesta ha rappresentato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, oppure se la decisione era già stata presa". In ogni caso "sono tutte speculazioni".
"Età a parte, Pfister sarebbe un candidato di tutto rispetto"
La domanda ora riguarda chi prenderà il posto di Viola Amherd nell'esecutivo federale. "Ci saranno discussioni molto intense per capire se dovrà essere uomo o donna, svizzero tedesco o romando. Ma prima di tutto bisognerà capire chi è disponibile. Pfister sarebbe un eccellente consigliere federale, ma bisognerà valutare tutta una serie di fattori e valutare anche i profili di altre persone". C'è però anche un aspetto che giocherebbe contro all'attuale presidente del Centro, "l'età", aggiunge Regazzi, ricordando che il suo partito "si trova in un momento complesso, visto che deve sostituire sia un consigliere federale, sia un presidente nazionale". La speranza è che "il Centro possa avere un dibattito sereno, senza spaccature o litigi, dimostrando l'unità che lo ha contraddistinto finora".
"Le dimissioni? Sembrava chiaro che sarebbero arrivate a breve"
Se Regazzi si dice sorpreso, lo stesso non si può dire dell'altro 'senatore' ticinese, il democentrista Marco Chiesa. "Le speculazioni sulle possibili dimissioni di Amherd le abbiamo già sentite durante l'ultima sessione parlamentare, quando era al termine del suo anno presidenziale", ci spiega, aggiungendo che per lui "senza essere particolarmente chiaroveggenti, dal momento che anche Pfister ha annunciato le dimissioni da presidente del Partito e lui rappresenta un candidato importante per sostituirla, sembrava oggettivamente più chiaro che sarebbero potute arrivare le dimissioni della consigliera federale in tempi abbastanza brevi".
"Non è facile fare il consigliere federale"
Per Chiesa il bilancio degli anni passati nell'esecutivo federale da Viola Amherd "è in chiaroscuro", ma "bisogna solo ringraziare una persona che ha dedicato molti anni della propria vita alla Confederazione". Oggettivamente, aggiunge il consigliere agli Stati, "non è un compito facile fare il consigliere federale, così come fare politica in un periodo estremamente complicato". Tuttavia "le lacune ci sono state e ora bisogna muoversi per colmarle".
"Pfister è in pole position"
Al posto di Amherd, Chiesa si attende "una persona convinta del fatto che sia fondamentale, per la Svizzera, innovare il settore della sicurezza sia a livello di esercito, sia per quanto riguarda le sfide future, come la cybersicurezza. Non c'è bisogno di persone che tentennano, perché nessuno avrebbe mai pensato che nel 2025 ci potessimo trovare in questa situazione, ma bisogna essere pronti a ogni evenienza". Quindi, parlando di nomi, per Chiesa il favorito "è Gerhard Pfister", ma vede bene anche "il consigliere nazionale grigionese Martin Candinas e il consigliere agli Stati sangallese Benedikt Würth".
"Ha fatto tanto per la coesione della Svizzera"
Anche la consigliera nazionale de I Verdi e presidente della Deputazione ticinese alle Camere federali Greta Gysin "è rimasta sorpresa delle dimissioni di Amherd", anche se "la notizia è arrivata in un momento tutto sommato comprensibile dal punto di vista della consigliera federale, che ha appena concluso un anno alla presidenza del governo e ha visto concludersi anche le trattative con l'Ue". Per quanto riguarda un primo bilancio dell'operato della ministra della difesa e dello sport, per la deputata ticinese "ci sono ambiti in cui ha lavorato bene, ottenendo buoni risultati". Il riferimento è "all'ambito sportivo, nella promozione dello sport di massa e di quello femminile, dove le si possono fare i complimenti", mentre per le critiche "ci sarà tempo nei prossimi giorni". Amherd è "una consigliera federale che ha fatto tanto, si è impegnata molto per la coesione del Paese e di questo bisogna darle atto".
"Attendiamo candidature valide"
Parlando di chi subentrerà alla consigliera federale, l'auspicio di Gysin è che "il Centro proponga della candidature valide, permettendo di scegliere tra due o tre candidati di pari valore, tenendo in considerazione anche aspetti come la rappresentanza geografica, quella di genere e linguistica". Caratteristiche "che restano importanti per la composizione del Consiglio federale".
"Una sorpresa parziale"
Parzialmente sorpreso dall'annuncio di Viola Amherd è Alex Farinelli, consigliere nazionale del Plr. "Era da tempo che si vociferava sul fatto che alla fine dell'anno presidenziale si sarebbero potuto intravvedere le sue dimissioni", dice a Ticinonews. La sorpresa, per Farinelli, "sta nel fatto che siano arrivate a gennaio, perché si pensava a un altro momento, nel corso di questo 2025 o nel 2026". In ogni caso "avrà avuto le sue buone ragioni per decidere di lasciare l'esecutivo federale". Per il liberale radicale "Amherd ha ottenuto il successo, alla guida del Dipartimento federale della Dipartimento federale della difesa (Ddps), della protezione della popolazione e dello sport, di garantire alla Svizzera il rinnovo della difesa aerea a livello nazionale, ma ci sono anche grossi problemi a livello di progetti che non vanno avanti e chi guiderà il Ddps dovrà prendere in mano la situazione in tempi brevi".
"I tempi ora sono stretti"
La preoccupazione di Farinelli sta più nelle tempistiche. "I tempi ora sono stretti, perché già durante la sessione di marzo ci troveremo a eleggere la persona che siederà nel governo federale al suo posto".