Perù
Turisti sequestrati in Amazzonia da un gruppo indigeno, ci sono anche degli svizzeri
Screenshot video
Screenshot video
Membri della comunità di Cuninico trattengono dalle 70 alle 150 persone come misura di protesta per lo sversamento di petrolio nella regione: "Vogliamo attirare l'attenzione del Governo". L'ambasciata svizzera è in contatto con le autorità peruviane.

Numerosi turisti peruviani e stranieri, tra cui anche degli svizzeri, sono stati sequestrati ieri da membri della comunità di Cuninico, nel distretto di Urarinas della provincia di Loreto. Secondo quanto riferisce la radio RPP di Lima, la comunità della zona sta bloccando il transito di qualsiasi tipo di imbarcazione sul fiume Marañón come misura di protesta per lo sversamento di petrolio avvenuto lo scorso 16 settembre in una gola delle montagne di Cuninico. Il presidente della comunità Watson Trujillo Acosta ha indicato che sono circa 70 le persone colpite da questa azione di protesta. "Vogliamo richiamare l'attenzione del Governo. Le persone trattenute si trovano in un luogo sicuro sulle rive del fiume Marañón", ha dichiarato all'emittente. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) è a conoscenza dei fatti e l'ambasciata svizzera è in contatto con le autorità peruviane.

Il rilascio solo quando verrà aperto un negoziato con il governo

Stando ad Angela Ramírez, una delle persone bloccate, il gruppo è composto da circa 150 persone, fra cui cittadini di Svizzera, Stati Uniti, Spagna, Francia, Regno Unito e Venezuela. Ramírez ha aggiunto che gli autori del sequestro intendono in questo modo protestare per la scarsa attenzione riservata loro dal governo dopo lo sversamento, che ha causato finora la morte di una donna e di due bambini. Il rilascio dei turisti ha infine detto, "avverrà solo quando sul posto arriveranno inviati del governo centrale per aprire un negoziato mirante a risolvere l'emergenza".

La perdita dovuta alla rottura di un oleodotto

La perdita di petrolio nel fiume sarebbe dovuta dalla rottura dell'oleodotto Norperuano (ONP), di proprietà della compagnia statale Petroperù, una delle più grandi compagnie del paese. La fuoriuscita di greggio sarebbe dovuto a un "taglio intenzionale di 21 centimetri al tubo", si legge in un comunicato diramato dall'azienda. Stando a Petroperù, da dicembre 2021 ad oggi, l'oleodotto ha subito 13 attacchi con più di 50 tagli intenzionali. Attacchi che sono oggetto di indagine.