
Il numero di istituzioni finanziarie che alimentano i principali produttori di armi nucleari continua a diminuire. L'unica azienda svizzera ad essere stata individuata è UBS, che figura tra i primi 30 investitori, secondo un rapporto pubblicato oggi a Ginevra dalla Campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari (ICAN). Secondo il documento, il colosso bancario elvetico vi ha iniettato quasi 2,5 miliardi di dollari attraverso partecipazioni o obbligazioni. Escludendo le istituzioni finanziarie statunitensi, nove delle quali figurano tra i dieci maggiori investitori in questo ambito, UBS si colloca al 9° posto della classifica dei maggiori contribuenti. La banca ha inoltre concesso prestiti o sottoscrizioni per oltre 3 miliardi di dollari.
Meno investitori
Allargando il discorso, sono in totale 260 le istituzioni che lo scorso anno hanno finanziato aziende che producono armi nucleari. Questa cifra è diminuita di 27 unità in un anno e di oltre 70 dall'entrata in vigore del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari nel 2021. Anche i prestiti sono diminuiti di 6 miliardi di dollari, scendendo sotto i 270 miliardi. Malgrado ciò, il valore delle partecipazioni o delle obbligazioni dei principali produttori di armi nucleari è salito a 513 miliardi di dollari.
La posizione della Svizzera
La Svizzera non ha ancora aderito al trattato di messa al bando, nonostante una mozione in tal senso approvata dal parlamento. L'ICAN, distinto con il Premio Nobel per la Pace nel 2017, ha lanciato a luglio un'iniziativa popolare che chiede di compiere questo passo. Quasi la metà degli Stati del mondo ha ratificato l'accordo, lo ha firmato o ha dichiarato che lo farà.