
Unia si batte per impedire un’estensione delle aperture domenicali. Il Parlamento sta infatti valutando di aumentarle da 4 a 12 senza obbligo di autorizzazione. Secondo il sindacato, “si tratterebbe di un forte attacco alle condizioni di lavoro nel commercio al dettaglio, che non colpirebbe solo i commessi, ma anche il personale delle pulizie, della logistica e della sicurezza”. Unia, assieme a oltre 60 associati attivi nelle vendite, ha dunque lanciato una petizione nazionale che esorta il Legislativo “a fermare questo attacco alla legge sul lavoro”.
I rischi
Le conseguenze di un’estensione senza obbligo di autorizzazione delle aperture domenicali “sarebbero gravi", si legge in una nota stampa. Il progetto "viene spacciato per liberalizzazione degli orari di apertura, ma in realtà erode la protezione dei lavoratori garantita dalla legge". Si tratta "di una pericolosa tattica dei piccoli passi e di un’inutile pressione aggiuntiva a danno del personale del commercio al dettaglio, già messo a dura prova".
L'importanza delle domeniche
La domenica non lavorativa, scrive ancora Unia, “è fondamentale per il riposo, la salute e la coesione sociale”. Le vendite “sono caratterizzate da salari bassi, forti pressioni e una crescente carenza di personale; necessitano di periodi di riposo vincolanti, non di un ulteriore stress". La petizione "Giù le mani dalla domenica" è indirizzata al Parlamento. Se quest'ultimo porterà avanti il suo progetto, Unia vaglierà il lancio di un referendum.