Berna
Deputati Verdi, PS e UDC non sorpresi dalle dimissioni di Süssli e Dussey
Keystone-ats
15 giorni fa
"Sorpreso da un lato, ma non sorpreso da un altro", dice Gerhard Andrey (Verdi/FR), commentando l'indiscrezione pubblicata oggi. Il consigliere nazionale Jean-Luc Addor (UDC/VS) ritiene che Süssli e Dussey "si siano assunti le loro responsabilità", così come la ministra della difesa Viola Amherd, che ha annunciato le sue dimissioni a gennaio (con effetto alla fine di marzo).

Membri ecologisti, socialisti e democentristi della Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale (CPS-N) si dicono non sorpresi dalle eventuali dimissioni del capo dell'esercito Thomas Süssli e del direttore del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) Christian Dussey.

Andrey (Verdi)

L'ecologista prevede che i prossimi mesi saranno difficili perché "non avremo persone che ci fanno guardare avanti". La ricerca dei nuovi capi dell'esercito e dei servizi segreti avverrà quando alla testa del DDPS ci sarà pure una nuova personalità, fa notare. Il friburghese è tuttavia ottimista riguardo a questi "sconvolgimenti" e vede un'opportunità di miglioramento rispetto alla situazione attuale. Al DDPS ci sono diverse cose "che non vanno bene", afferma. Il Dipartimento non si trova però in una crisi globale.

Fridez (PS)

Molto più severo il collega socialista Pierre-Alain Fridez (PS/JU), interrogato dalla radiotelevisione romanda RTS: "Si ha l'impressione che ci sia un grosso problema in questo dipartimento e vorremmo saperne di più". Il giurassiano teme che vengano alla luce nuovi problemi, ancora sconosciuti all'opinione pubblica, perché, a suo avviso, quelli noti oggi non rappresentano motivi sufficienti per le dimissioni. È particolarmente sorpreso dalla partenza di Dussey, che ha assunto l'incarico di capo del SIC solo due anni fa.

Addor (UDC)

Il consigliere nazionale Jean-Luc Addor (UDC/VS), anch'egli interrogato da Keystone-ATS, ritiene che Süssli e Dussey "si siano assunti le loro responsabilità", così come la ministra della difesa Viola Amherd, che ha annunciato le sue dimissioni a gennaio (con effetto alla fine di marzo). "Il prossimo capo del dipartimento avrà le mani libere per costituire una squadra su cui fare affidamento in un dicastero che è fondamentale per la sicurezza del paese", afferma. Il democentrista ritiene che il Consiglio federale abbia ora l'opportunità di prendere il comando del settore e dargli una direzione diversa da quella "senza successo degli ultimi anni".