
Ora è definitivo: Moutier sarà una città giurassiana dal prossimo anno. Dopo gli Stati la settimana scorsa, oggi anche il Nazionale ha approvato - a larghissima maggioranza (178 voti a 14) - il decreto federale che ne sancisce il passaggio. Con questo gesto, si pone ufficialmente fine alla Questione giurassiana. Il decreto, che sottostà a referendum facoltativo, fa seguito alla votazione sul Concordato che stabilisce i termini e le condizioni per il passaggio di Moutier e dei suoi 7'400 abitanti al canton Giura a partire dal 1° gennaio 2026. L'accordo intercantonale è stato approvato lo scorso settembre in votazione nei cantoni Giura e Berna con rispettivamente il 72,9% e l'83,2% di "sì".
"Si chiude un capitolo della storia Svizzera"
Durante i dibattiti, ai quali ha assistito anche una delegazione del canton Giura e del comune di Moutier, il relatore della Commissione degli affari giuridici (CAG) Philippe Nantermod (PLR/VS) ha spiegato che il cambiamento di cantone di Moutier non è stato in nessun modo messo in discussione, in ossequio al principio dell'autodeterminazione dei popoli. I dibattiti di commissione si sono incentrati sulla ripartizione delle risorse provenienti dalla perequazione finanziaria, che sono state ritenute troppo favorevoli a Berna. Per questo motivo la CAG ha scritto alla Commissione delle finanze. Toccherà ora a quest'ultima decidere se attivarsi o meno, ha precisato il vallesano. Nelle discussioni, diversi deputati poi hanno sottolineato l'importanza del momento: con il passaggio di Moutier al Giura, si chiude un capitolo della storia Svizzera, ha detto ad esempio Christian Wasserfallen (PLR/BE). I due cantoni si sono infatti accordati nel considerare terminata, almeno dal punto di vista istituzionale, la Questione giurassiana, ossia quello che il consigliere federale Beat Jans ha definito il principale conflitto intercantonale istituzionale e territoriale della storia elvetica.
"Una vittoria per la democrazia"
Gerhard Pfister (Centro/ZG) ha da parte sua sottolineato come la questione sia stata risolta pacificamente grazie alla democrazia diretta. "È una vittoria per la democrazia", ha evidenziato Jans. Osservando ciò che accade nel mondo, appare chiaro che risolvere i conflitti in modo democratico non sia la norma, ha aggiunto Benjamin Fischer (UDC/ZH). Pierre-Alain Fridez (PS/JU), dopo aver ricordato di essere nato proprio a Moutier, ha sottolineato come per un giurassiano il cambiamento di cantone sia non è solo un avvenimento politico o giuridico ma un'altra cosa, che tocca lo spirito e l'anima. "È a Moutier che inizia la storia del Giura", ha aggiunto evocando la vecchia abbazia medioevale giurassiana di Moutier-Grandval (la cui preziosa bibbia conservata alla British Library di Londra è proprio in questi giorni esposta in un museo di Delémont, ndr.). Unica voce fuori dal coro, Manfred Bühler (UDC/BE), che ha chiesto la non entrata in materia sostenendo che ratificare il trasferimento di Moutier equivale a lacerare una regione e a gettare le basi per una nuova conflittualità separatista. Il bernese ha infatti messo in dubbio l'effettiva volontà dei giurassiani di sotterrare l'ascia di guerra. La sua proposta è però stata spazzata via con 178 voti contro 13 (un astenuto).
La Questione giurassiana
La Questione giurassiana è un conflitto politico e identitario che ha riguardato il canton Berna e il Giura a partire dal XIX secolo. Il problema nacque dalle differenze culturali e linguistiche tra la popolazione francofona del Giura e la maggioranza germanofona del canton Berna, al quale il principato vescovile di Basilea era stato annesso nel 1815 dopo il Congresso di Vienna. Nel corso del XX° secolo, il malcontento giurassiano si intensificò, portando a richieste di autonomia e alla nascita di movimenti separatisti. L'episodio che diede fuoco alle polveri fu il cosiddetto affare Moeckli: nel settembre 1947 il Gran Consiglio bernese rifiutò di affidare a Georges Moeckli, consigliere di Stato di origine giurassiana, la direzione del Dipartimento dei lavori pubblici in quanto francofono. Negli anni '50 e '60, il movimento separatista giurassiano guadagnò forza, sostenuto da organizzazioni come il Rassemblement jurassien, che chiedeva la creazione di un nuovo cantone. In risposta, si formò l'Union des patriotes jurassiens (UPJ), contraria alla secessione. Le tensioni culminarono in episodi di vandalismo e attacchi simbolici contro le autorità bernesi.
Una serie di votazioni
Per risolvere la questione vennero organizzate una serie di votazioni. Il 24 giugno 1974 la maggioranza della popolazione dei sette distretti giurassiani approvò la separazione da Berna e la creazione di un nuovo cantone. L'anno seguente, quattro di questi distretti abbandonarono il nascente canton Giura per restare fedeli a Berna (il distretto di Laufen passo poi a Basilea Campagna). Nel 1979 fu così creato un nuovo Cantone, il Giura. Tuttavia, la Questione giurassiana non si concluse del tutto: la scoperta che Berna negli anni '70 si rese responsabile di finanziamenti illegali - le cosiddette "casse nere" - ai movimenti anti-separatisti riaccese le tensioni, mai interamente sopite. Nel 1993 un militante autonomista morì mentre preparava un attentato a Berna. Per sbrogliare la matassa il Consiglio federale avviò una mediazione tra i due Cantoni nell'ambito dell'Assemblea intergiurassiana, che per un periodo fu presieduta anche da Dick Marty. Berna e Delémont si accordarono affinché fosse la popolazione della regione a decidere sul proprio futuro. Una prima votazione nel 2013 ha riguardato l'opportunità di costituire un nuovo Cantone comprendente il Canton Giura e il Giura bernese, proposta nettamente respinta in quest'ultima regione. Successivamente, i comuni del Giura bernese che lo desideravano hanno potuto indire una votazione sulla loro appartenenza cantonale. Dopo un voto annullato dalla giustizia, si è così giunti al 28 marzo 2021, quando i cittadini di Moutier hanno deciso di "traslocare" nel Giura con il 54,9% dei voti.