Viola Amherd ha annunciato oggi le sue dimissioni dal Consiglio federale per fine marzo. Era stata eletta nel dicembre del 2018. È stata la prima donna a guidare il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS).
"È tempo di lasciare"
L'annuncio è stato fatto a sorpresa a margine di una conferenza stampa sulle questioni riguardanti l’obbligo di servizio civile e militare. "Ho informato oggi la presidente del Consiglio nazionale e il Consiglio federale sulle mie dimissioni con effetto dal 31 marzo 2025. Dopo 30 anni di lavoro in politica, di cui oltre un quarto di secolo in una funzione esecutiva, è tempo per me di passare il testimone", ha sottolineato Amherd. Dopo aver ringraziato i collaboratori e i funzionari del suo Dipartimento, Amherd ha parlato dei suoi successi politici. "Desidero ringraziare il Consiglio federale e il Parlamento per il fatto che le mie proposte più importanti per rafforzare la sicurezza della popolazione hanno trovato una maggioranza e che la politica di sicurezza svizzera ha potuto essere ulteriormente sviluppata. Con questo non intendo dire che tutti compiti siano stati eseguiti. Ci sarà ancora abbastanza lavoro per il mio successore. Inoltre, non voglio affermare che tutto sia andato alla perfezione. Ma sono state prese decisioni importanti e sono stati avviati cambiamenti necessari. Lascio a voi il compito di stilare un bilancio". Nel suo discorso ha comunque evidenziato alcuni punti a suo avviso positivi per il DDPS: l'aumento dei fondi per l'esercito, la creazione della Segreteria di Stato della politica di sicurezza (SEPOS), la cooperazione internazionale in materia di difesa, uno studio sulla discriminazione e la violenza sessuale nelle forze armate e il rafforzamento dell'etica nello sport. Fra le sfide a venire, Amherd ha menzionato la crescente polarizzazione del mondo politico.
Decisione presa da sola
Amherd ha aggiunto che è da un po' di tempo che stava pensando di lasciare la carica. Ogni consigliere federale prende una decisione del genere da solo e per conto proprio, ha assicurato, quando le è stato chiesto se il suo annuncio fosse legato alle pressioni dell'UDC che chiede le sue dimissioni. A suo avviso, una volta presa la decisione, questa deve essere resa pubblica in modo chiaro e rapido, per evitare incertezze. In ogni caso, secondo Amherd, le critiche devono sempre essere prese sul serio e c'è sempre spazio per miglioramenti.
La partenza prima di Pfister
L'annuncio è arrivato a poche settimane dal completamento del suo anno presidenziale. Le dimissioni del presidente del suo partito (Il Centro) Gerhard Pfister, annunciate all'inizio di questa settimana e previste per la prossima estate, hanno alimentato le voci su un addio di Amherd, che ora si concretizza. Anche se lascerà il governo alla fine di marzo e Gerhard Pfister guiderà il Centro fino alla fine di giugno, Amherd ha detto di ritenere che egli possa diventare consigliere federale. Quei pochi mesi di scarto non gli impediscono di puntare alla sua successione, ha sottolineato la vallesana. "Ogni partito ha anche un vicepresidente", ha ricordato Amherd.
Preferenze per la successione
La ministra ha poi sottolineato che con la sua decisione di dimettersi in primavera non intendeva influenzare in alcun modo la sua successione. Rispondendo a una domanda dei giornalisti, ha detto di aver informato Pfister immediatamente prima di annunciarlo pubblicamente. Quando le è stato chiesto se abbia preferenze per la successione, Amherd ha detto di essere felice di non averne. Le è poi stato chiesto se fosse stanca dopo 30 anni di mandato. "Sono ancora in forma, ma bisogna andarsene quando si è ancora in forma", ha sottolineato, aggiungendo che se ne va con un sentimento di grande gratitudine per aver potuto lavorare così tanto.
I papabili
Il Centro non tarderà a informare sul processo interno al partito e sul gruppo parlamentare per la successione di Amherd. Lunedì è prevista una riunione della direzione, seguita da una conferenza stampa. Oltre a Pfister, tra i papabili citati da più parti figurano il consigliere nazionale Martin Candinas (GR), che è stato presidente del Consiglio nazionale nel 2023, e il consigliere agli Stati Benedikt Würth (SG). In Romandia è stato fatto il nome della "senatrice" Isabelle Chassot (FR), che ha presieduto la commissione parlamentare d'inchiesta su Credit Suisse.
La carriera di Amherd
Nata nel 1962 e cresciuta nel comune di Briga-Glis, ha frequentato il collegio di Briga ed ha studiato diritto all'Università di Friburgo. Nel 1991 ha ottenuto la patente di avvocato del cantone Vallese. Da allora ha esercitato la professione di avvocato e notaio nel suo comune. È inoltre stata membro di diversi consigli di amministrazione, società e associazioni. La sua carriera politica è iniziata nell'esecutivo di Briga-Glis, comune del quale è stata sindaca dal 2000 al 2012. Nel 2005 è stata eletta in Consiglio nazionale, mentre nel dicembre 2018 è stata eletta consigliera federale al posto di Doris Leuthard. Dal 1° gennaio 2019 dirige il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS). Nel 2024 è stata Presidente della Confederazione.
Rendita di pensione di oltre 200'000 franchi
Una volta lasciato il Consiglio federale, Viola Amherd riceverà una rendita pensionistica di poco superiore a 200'000 franchi, pari alla metà del suo salario attuale. Se intraprenderà un'attività lucrativa, la somma verrà ridotta. Le pensioni degli ex consiglieri federali corrispondono normalmente alla metà del salario. Solo i ministri che si ritirano dopo almeno quattro anni o per ragioni di salute hanno diritto alla rendita completa. Per legge, gli ex membri dell'esecutivo non devono guadagnare più dei loro colleghi ancora in carica; se decidono quindi di riprendere un'attività, devono ridare alla Confederazione una parte della rendita.