
Sono 10 su 176 i quadri medici impiegati presso l'Ente ospedaliero cantonale (EOC) che vivono in Italia. A fornire il dato è stato il Consiglio di Stato in risposta a un'interrogazione di Tiziano Galeazzi e Lara Filippini (UDC) presentata dopo che era emerso il caso del frontaliere attivo a Novaggio promosso alla posizione di medico capoclinica all'ospedale di Faido (vedi articoli suggeriti).
Tra questi dieci frontalieri, uno ha la funzione di primario, tre di viceprimario, mentre gli altri sei sono caposervizio. Il Governo precisa che la maggior parte di essi opera in ambiti molto specialistici come radiologia, radioterapia, medicina nucleare e medicina della riproduzione, e che sono stati assunti a causa della "mancanza di medici formati in Svizzera in alcuni ambiti e alla scarsa partecipazione di medici residenti a concorsi per determinate posizioni".
Nel caso del concorso per il posto di capoclinica a Faido, ad esempio, oltre al frontaliere assunto hanno partecipato solo altri italiani residenti all'estero e un sudamericano residente nel Canton Giura, spiega il Consiglio di Stato.
Una spiegazione che non soddisfa il presidente dell'Ordine dei medici del Canton Ticino, dottor Franco Denti, il quale ha perso posizione su Facebook rilevando come "spesso un servizio è costituito da un solo medico di riferimento è se quest’ultimo è assente non c’è neppure il servizio. La reperibilità è uno dei criteri imprescindibili per fornire la prestazione medica e per salvaguardarne la qualità delle cure. Essere frontaliere mette senz’altro in discussione la sicurezza del paziente che necessita di questa cura e limita fortemente la supervisione che un primario dovrebbe avere sul suo reparto 24 su 24."
"Una seconda suggestione è che di medici specialisti formati in Svizzera ne abbiamo a sufficienza, anche ticinesi, se non ritornano è perché spesso manca una programmazione, mancano i contatti (giusti) con le Facoltà di medicina e gli ospedali dove avviene la vera formazione clinica e chirurgica" ha scritto ancora Denti. "E infine mancano le condizioni quadro (e questo oramai da diversi anni) per poter indurre a scegliere il Ticino."
"È strano che quando siamo noi medici che ci mettiamo alla ricerca di un sostituto troviamo sempre un ottimo profilo in Svizzera da far venire in Ticino" ha concluso Denti, invitando i politici, in primis il direttore del DSS Paolo Beltraminelli, il presidente del CdA di EOC Paolo Sanvido e il membro del CdA di EOC Daniele Caverzasio ad essere più vigili "affinché tutti i medici che hanno responsabilità di servizio e di reparto abbiano la residenza in Ticino e a pochi chilometri dall’ospedale in cui lavorano e ciò nell’interesse della qualità delle cure (celerità di intervento) e della sicurezza del cittadino-paziente ticinese."
© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata