
Il progetto di sgravio del bilancio 2027 preoccupa il mondo economico e turistico della Svizzera italiana. In particolare, la proposta di ridurre i contributi federali destinati agli aerodromi regionali – circa 5 milioni di franchi annui per Lugano-Agno – ha spinto numerose associazioni a prendere posizione pubblicamente. A esprimere la propria contrarietà sono l’Associazione Passeggeri e Aeroporti della Svizzera Italiana (ASPASI), AITI, Cc-Ti, ABT, ASG, Lugano Commodity Trading Association (LCTA), Hotelleriesuisse Ticino e Lugano Region. Le organizzazioni temono che un taglio dei fondi metta seriamente a rischio la sopravvivenza dello scalo ticinese, sottolineando che gran parte di queste risorse sono destinate a garantire la sicurezza tramite Skyguide e non possono essere eliminate senza conseguenze.
"Un'infrastruttura strategica"
Secondo i firmatari dell’appello, l’aeroporto non è solo una struttura regionale, ma un’infrastruttura strategica per l’economia e la mobilità dell’intera Svizzera. Nel 2024 ha registrato oltre 21'000 movimenti (+12% rispetto all’anno precedente), tra cui circa 8'000 voli business, generando un impatto economico stimato in oltre 100 milioni di franchi solo per il settore dell’aviazione privata. Oltre alla funzione economica, Lugano-Agno impiega direttamente circa 120-130 persone, ospita eventi aeronautici, accoglie voli di Stato e contribuisce alla formazione di nuovi piloti. Le associazioni sottolineano inoltre come la gestione dello scalo sia economicamente sostenibile, con conti in attivo negli ultimi anni.
Aumenti tariffari drastici
L’eventuale eliminazione dei fondi federali – avvertono – costringerebbe ad aumenti tariffari drastici, fino a 1'000 franchi per atterraggio, con effetti negativi su utenti, imprese e sicurezza. “Lugano-Agno è l’unico aeroporto a sud delle Alpi e svolge un ruolo nazionale che va riconosciuto”, ribadiscono le associazioni, chiedendo al Consiglio federale di escludere lo scalo ticinese dai tagli previsti e garantirne il sostegno, come già avviene per altre infrastrutture strategiche del Paese. In conclusione, ASPASI e le associazioni firmatarie rinnovano l’appello a Berna affinché venga tutelato un asset fondamentale per la mobilità, il turismo e lo sviluppo economico del Ticino e dell’intera Svizzera italiana.