Piano di Magadino
Agricoltori e orticoltori in ginocchio, Ponzio: "Abbiamo perso tutto"
Redazione
9 mesi fa
Un danno praticamente totale, che ha toccato tutte le aziende sul Piano di Magadino. A pochi giorni dal maltempo che ha devastato le colture le aziende agricole pensano a come ripartire, ma le difficoltà – in un anno già complicato – sono sempre più difficili da superare.

“Ormai qui non c’è più nulla. Le poche piante che sono rimaste mostrano i segni del maltempo, quindi c’è un intero campo da riseminare”. Parole cariche di desolazione e tristezza quelle di Roberto Ponzio, titolare dell’omonima azienda agricola di Sant’Antonino, colpita come tante altre dal maltempo che si è abbattuto su tutto il Ticino lo scorso venerdì. A essere particolarmente colpito nella seconda metà della giornata è stato il Piano di Magadino, dove sono stati devastati colture e raccolti. Ora, però, è il momento di reagire e pensare a come far fronte a questa spiacevole quanto grave situazione. “Oggi, a qualche giorno dall’alluvione, ci si rende davvero conto della gravità di quanto accaduto. Fortunatamente non è successo nulla di grave al personale e a chi abita in zona”, dice sempre Ponzio, precisando che fortunatamente i danni, anche se importanti, sono solo materiali.

Ponzio: “Abbiamo perso tutto”

In dieci minuti di furia si è potuto mettere al sicuro il possibile, come gli animali. Ma tra pioggia, vento e grandine i danni ammontano a diverse decine di migliaia di franchi. “Essendo un’azienda agricola sul Piano con allevamento bovino, abbiamo circa 120 animali. Nella zona tra Quartino e Sementina seminiamo quindi principalmente mais e erbai, ma ora non c’è più niente. Abbiamo perso tutto”. Sabato mattina, alcuni orticoltori e agricoltori della zona si sono riuniti ed è emerso un quadro che è stato definito triste. Un colpo difficile da digerire, in un anno già complicato. “Non siamo partiti bene. Giorno dopo giorno, mese dopo mese ci dicevamo che il sole sarebbe arrivato, per poter finalmente lavorare tranquillamente. Ma nel momento cruciale della stagione è arrivata questa mazzata

Ora si guarda al futuro

Alla fattoria Ponzio, come nelle altre aziende presenti nella zona, lo sguardo volge però ora al futuro. In questi giorni si sta quindi pensando a come procedere nell’immediato per assicurarsi i bisogni primari dei prossimi mesi. “Chiaramente la vita va avanti, e noi dobbiamo fare qualcosa per i nostri animali. Adesso però per seminare è tardi: per qualsiasi semenza bisogna trovare delle alternative, ma non è facile, soprattutto per il mais. In ogni caso ci stiamo mobilitando con chiamate e email. Ora aspettiamo le risposte”. La situazione, come detto, è difficile, e la speranza è quella di non dover intraprendere azioni drastiche. “A caldo i pensieri sono molti, che vanno anche al nostro personale e agli animali. Questi ultimi devono inoltre avere da mangiare a sufficienza per l’inverno, anche perché noi produciamo latte e il mais è vitale. Dovremmo quindi fare delle scelte, ma l’ultima cosa che vorrei fare è vendere degli animali perché il cibo non è sufficiente. Qualcosa, però, dovrò comunque fare”, ha concluso Ponzio.

Un duro colpo anche per gli orticoltori

E anche per gli orticoltori della zona il nubifragio di venerdì è stato un durissimo colpo. Per tracciare un bilancio della situazione abbiamo raggiunto il Presidente dell’Associazione orticoltori ticinesi, Andrea Zanini, partendo proprio da quanto accaduto lo scorso fine settimana. “Non c’è praticamente una sola azienda che non sia stata colpita dall’ondata di maltempo, e lo dimostrano anche i vari feedback ricevuti dagli associati durante il fine settimana. A livello di danni, al momento, è ancora difficile poter quantificare. Possiamo però dire che il danno è praticamente totale”. Un periodo decisamente complicato per il settore agricolo e ortofrutticolo, i quali devono continuamente confrontarsi con alluvioni e grandinate. “Anche ieri, in una trasmissione televisiva, si è detto che a causa del freddo la neve in montagna non si sta sciogliendo in molti punti. Conseguentemente, l’erba non cresce. A questo vanno aggiunte le malattie fungine e le forti piogge, così come l’impossibilità di fare lavorazioni e raccogliere il fieno”. Un 2024 definito complicato a livello meteorologico, ma con quali conseguenze? “Dal lato economico le conseguenze sono sicuramente importanti. Qualcuno sarà assicurato, ma molte aziende si troveranno in difficoltà. Non posso ancora parlare di chiusure, anche perché l’agricoltura fa i conti con le precipitazioni e con la meteo da sempre. È chiaro che quando determinati eventi si susseguono (prima la siccità, poi le alluvioni continue) e se il mercato si rifiuta di aiutare chi lavora la terra allora può diventare dura”.