Torniamo a parlare degli aiuti chiesti dal cantone a Berna per i disastri causati dal nubifragio in Vallemaggia. Dopo che la Confederazione ha risposto picche alla lettera congiunta della deputazione ticinese, grigionese e vallesana inviata lo scorso luglio, e dopo un’ulteriore lettera da parte del nostro governo annunciata mercoledì, ora la Deputazione ticinese sta elaborando una strategia in vista della prossima sessione.
Costi a carico di cantoni e comuni: "È inaccettabile"
Secondo Piero Marchesi, intervistato da Ticinonews, ora come ora “i costi resteranno a carico di cantoni e in parte dei comuni e questo a mio avviso non è accettabile. Purtroppo questo scenario rientra in una delle opzioni possibile, ma faremo in modo di ottenere il miglior risultato, non ci accontenteremo di un no”. Gli aiuti chiesti alla Confederazione dopo l’alluvione che ha devastato la Vallemaggia lo scorso giugno restano dunque al centro dell’agenda politica.
"Una situazione straordinaria richiede una risposta altrettanto straordinaria"
“Va detto - spiega ancora il presidente della Deputazione ticinese alle Camere - che fino ad oggi il Consiglio federale ha risposto con gli aiuti nell’ambito delle leggi attualmente in vigore. Qualora volesse fare di più dovrebbe licenziare un messaggio all’attenzione delle Camere federali con un credito straordinario. Di fatto è quello che chiediamo noi della deputazione ticinese con il Consiglio di Stato, ma anche con le deputazioni grigionesi e vallesane. A fronte di una situazione straordinaria, ci vuole una risposta altrettanto straordinaria”.
La strategia: "Ci muoveremo su più fronti"
Una strada, quella che porta alla straordinarietà, che sembra però tutt’altro che in discesa. Proprio il giorno dopo l’annuncio da parte del Governo ticinese di aver scritto nuovamente a Berna, il Consiglio Federale ha risposto con un no secco ad un’altra richiesta proveniente dal Ticino, ovvero un’interpellanza del consigliere Nazionale Lorenzo Quadri. Nonostante ciò, governo e deputazione ticinese stanno elaborando un piano. Secondo Marchesi, “la strategia è di muoversi su più fronti: il Consiglio di Stato ha scritto al Consiglio federale e la deputazione ticinese farà una serie di domande, stiamo infatti valutando una strategia eventualmente con delle mozioni. L’importante è essere coordinati e non andare ognuno per la sua strada, perché se c’è la possibilità di raggiungere un obiettivo, bisognerà lavorare tutti insieme e coinvolgere anche gli altri Cantoni che sono stati toccati”.
Una stima di 119 milioni di franchi
Al momento non c’è ancora un’idea precisa della cifra da chiedere alla Confederazione, ricordiamo che l’Ufficio federale dell’ambiente ha stimato un importo di 119 milioni di franchi che i cantoni dovranno spendere per tornare a un livello di sicurezza almeno paragonabile a quello precedente i nubifragi. Ciò che è certo, è la collaborazione con gli altri cantoni toccati con cui ci sarà già un primo incontro lunedì.