
Con l'inizio della caccia alta, che durerà fino al 14 settembre, scatta oggi la stagione venatoria 2024. Fra i temi di grande attualità l'abbattimento preventivo dei cinghiali e la regolazione preventiva del lupo. Si tratta inoltre della prima stagione che vede alla presidenza della federazione ticinese dei cacciatori Davide Corti, che in primavera ha sostituito il dimissionario Fabio Regazzi, e per il quale l'attesa è dunque duplice. “Il fatto di ricoprire la carica di presidente federativo mette sul piatto, oltre all’ansia e alla voglia di iniziare, anche la volontà di ottenere determinati obiettivi a livello faunistico” – spiega Corti a Ticinonews –. “Mi riferisco al raggiungimento dei contingenti e alle limitazioni di alcune popolazioni di selvaggina, come il cinghiale e il cervo”. Proprio per quanto concerne il cervo, c'è stato un innalzamento del contingente di abbattimento “dovuto ai danni che questo ungulato reca in particolare al bosco novello. Vi è poi la prevenzione del cinghiale, il quale non è contingentato: siamo in presenza di un abbattimento preventivo, anche in funzione della peste suina che si trova ad una sessantina di chilometri dal confine”.
La questione lupo
Cervi e cinghiali, ma non solo. A tener banco è anche la questione della regolazione preventiva del lupo che, come reso noto dall’Ufficio federale dell’ambiente, scatterà dall’inizio di settembre e proseguirà fino al 31 gennaio. Il Ticino ha richiesto l’abbattimento della metà dei giovani animali attestati del branco di Onsernone e di due terzi dei cuccioli dei branchi di Val Colla e Carvina. Ma quali sono le regole di ingaggio? “Innanzitutto va detto che il cacciatore si appresta a iniziare un periodo di caccia alta – precisa ancora Corti –. I suoi obiettivi sono quindi camosci, cervi, caprioli e cinghiali. Non va a cacciare i lupi. È invece un ausilio quando, in una zona ben determinata con un perimetro circoscritto, in caso di avvistamento di un esemplare singolo, può abbatterlo, a fronte di una decisione di abbattimento cresciuta in giudicato". Il cacciatore, in definitiva, "è un aiuto a quelli che sono i nuclei di questa regolazione, ovvero i guardiacaccia e il Cantone. Interviene esclusivamente dopo che sono state emesse le varie decisioni". Non dobbiamo quindi pensare a una modalità di risoluzione del problema lupo, che richiede soluzioni politiche. Il cacciatore "si mette a disposizione per aiutare in determinati ambiti", conclude Corti.