Il progetto SWISS100 si propone di studiare i centenari a livello nazionale e su più anni. L’obiettivo è di analizzare le caratteristiche, le condizioni di vita, le risorse e i bisogni di una popolazione della quale si sa ancora poco, ma il cui numero cresce di anno in anno. Realizzato nella Svizzera italiana dal Centro competenze anziani (CCA) della SUPSI, SWISS100 è frutto di una collaborazione tra istituti universitari svizzeri ed è finanziato dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS). Nei prossimi giorni, in Ticino verranno contattati alcuni centenari per invitarli a partecipare alla prima fase della ricerca, che implica una breve intervista telefonica.
La Svizzera è uno dei paesi al mondo con il più alto numero di centenari in rapporto alla popolazione. Sono attualmente quasi 1’800 e circa 140 risiedono in Ticino o nelle valli italofone dei Grigioni. Le conoscenze sulle persone che hanno superato il secolo di vita sono estremamente limitate. Lo studio SWISS100 si propone di colmare questa lacuna.
Un team di ricercatori di diverse discipline ha ottenuto un finanziamento di 3.2 milioni di franchi dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS) – programma Sinergia – per realizzare il primo studio sui centenari che vivono nel nostro paese. Nella Svizzera italiana, SWISS100 è condotto dal Centro competenze anziani (CCA) della SUPSI, sotto la responsabilità del Prof. Stefano Cavalli. Oltre alla SUPSI, il progetto coinvolge le università di Losanna, Ginevra e Zurigo, così come gli ospedali universitari di Losanna (CHUV) e di Ginevra (HUG), ed è coordinato dalla Prof. Daniela Jopp (Università di Losanna).
L’obiettivo principale è di comprendere al meglio le condizioni di vita, le risorse e i bisogni dei centenari residenti in Svizzera: qual è il loro stato di salute, come organizzano la loro vita quotidiana, su quali aiuti possono contare, qual è il loro livello di benessere, ecc. Particolare attenzione è rivolta alla vulnerabilità dei centenari, nelle sue diverse sfaccettature (fisica, cognitiva, psicologica, sociale ed economica), e alla loro resilienza, ovvero la capacità di far fronte alle sfide legate all’età avanzata.
Lo studio prevede di intervistare, a più riprese e quando possibile di persona, 240 centenari selezionati in modo aleatorio e un loro familiare o una persona di riferimento: 80 in Ticino, altrettanti nella Svizzera tedesca (Basilea-città, Berna e Zurigo) e in Romandia (Ginevra e Vaud). Sono coinvolte sia le persone che vivono al proprio domicilio che quelle che risiedono in casa per anziani.
A causa della pandemia di coronavirus, l’inizio di SWISS100 è stato posticipato e le interviste di persona potranno svolgersi solo una volta terminata l’emergenza sanitaria. Nell’attesa, sarà condotto uno studio esplorativo tramite delle brevi interviste telefoniche in tutta la Svizzera.
Nei prossimi giorni, sulla base di una lista fornita dall’Ufficio federale di statistica, verranno contattati i primi centenari residenti in Ticino per invitarli a partecipare all’indagine telefonica. L’intervista, che durerà tra i 15 e i 30 minuti, verterà su alcuni aspetti della vita dei centenari come la salute, il benessere e le relazioni sociali, oltre che sulla loro esperienza rispetto alla pandemia di coronavirus.
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