L'intervista
Alain de Raemy: "Altre vittime di abusi sono venute a parlare con me"
©Gabriele Putzu
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Redazione
un mese fa
Con la fine dell'anno anche per la Chiesa ticinese è tempo di bilanci e riflessioni. Un 2024 complicato, segnato da vicende dolorose, ma anche da una grande accoglienza nei confronti delle vittime.

"È sempre importante fare luce per chi tanto tempo non è venuto fuori con il problema che ha vissuto. Questa liberazione della parola, del finalmente affidarsi a qualcuno, su un vissuto che sembrava inconfessabile perché non veniva capito neanche dai più vicini, è un gran progesso: la trasparenza serve sempre a tutti". È quello che afferma l'amministratore apostolico Alain De Raemy dopo aver ascoltato le testimonianze di tre nuove vittime di abusi, invitando ad aprirsi.

La parola come processo di liberazione

Nonostante talvolta ci sia qualche difficoltà a capirsi, "fa tanto bene poterne parlare", spiega De Raemy. "Una persona profondamente ferita non si sente immediatamente capita anche se tu la ascolti, ma poterne parlare è un processo di liberazione." La collaborazione con la commissione per i casi di abusi è inoltre "una cosa bellissima e molto necessaria", continua l'amministratore apostolico, "perché una persona trova qualcuno che ha vissuto un'esperienza simile e che è 'sopravvissuto', è il linguaggio che usano spesso loro. C'è un dopo, una persona non deve restare in quella sofferenza."

La sfida della Chiesa

"Noi come Chiesa", spiega De Raemy, "ci proclamiamo peccatori, dunque quando c'è il peccato lo confessiamo e dobbiamo confessarlo. Dobbiamo riconoscerlo così come fare di tutto per arrivare alla misericordia e alla conversione. Il Signore non vuole che il peccatore muoia, ma che si converta e viva. È quindi questa tutta la sfida per la Chiesa."

La lettera mai prevista

Rispetto alla chiusura dell'indagine canonica preliminare sulla gestione dei casi di abuso denunciati all'interno della Chiesa svizzera De Raemy si dichiara "davvero tranquillo". Ci racconta infatti di "conoscere esattamente i fatti e tutti i dettagli" e non avere niente da rimproverarsi. "Quello che è stato un po' inutile", dice, "è questa attesa di una lettera che non è stata mai prevista dalla Santa Fede e quindi c'è stata una difficoltà di comunicazione su questo argomento. La situazione per me era chiara, ma forse complicata per chi non la conosce". Era infatti questa la cosa che rimaneva in sospeso, ma non è bastato a diffondere un sentimento di sfiducia da parte dei fedeli. De Raemy afferma infatti che "la gente è contenta che ci sia chiarezza su questo punto, manifestando soddisfazione e contentezza che sia stato detto".