La polemica
Alberghiero, fallite le trattative per un salario minimo. Haas: "Condizioni già buone"
Redazione
13 giorni fa
Nel ramo alberghiero e della ristorazione regna il malcontento, perlomeno da parte dei sindacati. Questi rivendicano infatti uno stipendio adeguato dopo due annate in cui il settore ha visto una forte crescita di pernottamenti. Ma il padronato ritiene le condizioni già buone. Le discussioni ora proseguiranno davanti ad un giudice.

Sono fallite le trattative sull’adeguamento dei salari minimi nel settore alberghiero e della ristorazione per il 2025. Dopo due annate, quelle del 2023 e del 2024, dove il settore ha visto una crescita dei pernottamenti, ora . i sindacati rivendicano uno stipendio adeguato per i lavoratori del ramo. A parlarcene il responsabile nazionale del ramo alberghiero di UNIA Mauro Moretto, il quale ci ha spiegato che a livello economico “il ramo va molto bene. Questo inverno abbiamo infatti registrato un record di pernottamenti, e anche per l’estate i numeri sono positivi. Tuttavia, dall’altro lato, stiamo vivendo una situazione caratterizzata dalla penuria di manodopera. Ci si aspettava quindi più disponibilità, anche per rendere maggiormente attrattivo il lavoro in questo settore”.

Haas: “Stipendi e condizioni già congrui e adeguati”

Delusione che non viene condivisa dal padronato del settore alberghiero convito di pagare il necessario il proprio personale. Fra questi anche il vicepresidente di HotellerieSuisse Ticino Federico Haas, il quale non ritiene così grave la situazione. “Non ci sentiamo presi realmente in causa, perché nell’industria alberghiera e della ristorazione paghiamo già degli stipendi congrui e adeguati alla situazione. Gli stipendi sono buoni e comprendono 13esima mensilità (a partire dal primo giorno di lavoro), 35 giorni di vacanza, 6 giorni infrasettimanali pagati e tre giorni per la formazione, sempre pagati dall’azienda. Quindi, a livello di attrattività ritengo che siamo sopra la media per quanto riguarda l’industria dell’artigianato”

Moretto: "Gli associati iniziano ad avere seri dubbi"

Stipendi che tuttavia, secondo i sindacati, non sono adeguati e rischiano di sfiduciare la mano d’opera alberghiera. “Lo vediamo anche con i nostri associati, che si chiedono se valga ancora o meno la pena rimanere in questo ramo. Si chiedono se non sia meglio cercare un impiego in un altro settore, dove si è maggiormente considerati e le condizioni sono più favorevoli”. Condizioni dettate fino ad oggi da un contratto collettivo ritenuto dignitoso dal padronato, ma che per i sindacati non è più al passo con i tempi. Dal canto suo, Federico Haas sottolinea che “il contratto collettivo c’è e funziona bene”. Il vicepresidente ha poi voluto precisare “che il collaboratore ha pure dei benefici per quelle che sono le coperture assicurative (IPG e LAINF), che coprono fino a 720 giorni. Di questo non si parla mai, ma sono condizioni che rientrano nel CCL attrattivo”. Ma Moretto insiste: “quello che i sindacati rivendicano è un adeguamento dei salari del CCL, affinché tengano il passo con i tempi che corrono”.

Appello al tribunale, ma il padronato storce il naso

Un’accesa contesa tra le parti che proseguirà davanti ad un giudice. I sindacati si sono infatti appellati al tribunale arbitrario. “Noi a fine giugno, subito dopo aver preso atto che le trattative erano fallite, abbiamo fatto appello. Ora seguiremo la procedura e ci aspettiamo che il tribunale prenda una decisione nel mese di ottobre, affinché si possano completare le parti della procedura per la messa in vigore dei nuovi salari a partire da gennaio 2025”. Una situazione che ha fatto storcere il naso padronato. “Il fatto che sia un giudice a dover sancire non lo trovo un buon segnale”, sottolinea Haas, “ci vuole flessibilità da parte di tutti gli attori coinvolti, parte sindacale in primis”.