Ticino
Albertini: "La gestione dei bocconi sospetti è inadeguata"
© Facebook "Sei di Castione se"
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Redazione
5 ore fa
Il granconsigliere di Avanti con Ticino&Lavoro interroga nuovamente il Consiglio di Stato sulla questione. "Perché in Ticino non è possibile analizzare privatamente bocconi sospetti?"

Nelle ultime settimane sono emerse diverse segnalazioni da parte di cittadini preoccupati per il ritrovamento di bocconi sospetti in varie località del Ticino. Un fenomeno che rappresenta un rischio per la salute degli animali domestici, della fauna selvatica e, potenzialmente, delle persone, bambini inclusi. Nonostante l’allarme sociale generato da queste situazioni, secondo il granconsigliere Giovanni Albertini (Avanti con Ticino&Lavoro) permangono “evidenti lacune procedurali e gestionali da parte delle autorità competenti, che sembrano spesso incapaci di garantire una risposta tempestiva ed efficace”. Albertini, già autore di un'interrogazione sul tema, ha deciso quindi inoltrare un secondo atto parlamentare al Governo.

L'esempio emblematico

Un caso emblematico, riferisce Albertini in questa seconda interrogazione, è quello avvenuto il 23 febbraio 2025 nel Parco del Laveggio, nel Mendrisiotto, dove un cittadino ha trovato pezzi di carne sospetti mentre passeggiava con i propri cani, che hanno iniziato a ingerirli. Dopo aver seguito le indicazioni fornite dai media, ha raccolto i bocconi e contattato una clinica veterinaria, che ha identificato nel vomito di uno degli animali pezzetti di colore verde fosforescente, indicativi di sostanze potenzialmente tossiche. Nonostante gli sforzi per segnalare l’accaduto alla Polizia Comunale, alla Polizia Cantonale e all’Ufficio del Veterinario Cantonale, “sono serviti due giorni di insistenze per ottenere un’attenzione minima sul caso”.

Le criticità

Dalla vicenda, prosegue il deputato, sono emersi diversi punti critici: la Polizia Cantonale è competente per il ritiro del materiale sospetto “ma può procedere con l’analisi solo previa autorizzazione del Ministero Pubblico, che tende a concederla unicamente in caso di gravi evidenze di avvelenamento, come un animale in condizioni critiche o deceduto”. Questo “limita fortemente la capacità di agire preventivamente”. In secondo luogo, “non esistono protocolli facilmente accessibili per guidare i cittadini e le istituzioni su come gestire il ritrovamento di bocconi sospetti”. Infine, in Ticino “non è possibile far analizzare privatamente bocconi avvelenati, lasciando i cittadini senza opzioni in situazioni urgenti”.

Le domande

Albertini chiede quindi al Governo cantonale quali protocolli ufficiali sono attualmente in vigore per la gestione del ritrovamento di bocconi potenzialmente avvelenati e se questi sono adeguatamente conosciuti dalle istituzioni coinvolte e comunicati alla popolazione. Il granconsigliere vuole inoltre sapere quali misure intende adottare il Consiglio di Stato per rendere più efficace la collaborazione tra Polizia Comunale, Polizia Cantonale e Ministero Pubblico, garantendo una risposta tempestiva in situazioni di emergenza. Non solo: si chiede anche all’Esecutivo perché in Ticino non è possibile analizzare privatamente bocconi sospetti e se il Consiglio di Stato intende introdurre questa possibilità per rispondere alle esigenze dei cittadini.

Di seguito gli ulteriori interrogativi posti all’Esecutivo:

Quali misure intende adottare il Consiglio di Stato per sensibilizzare e informare la popolazione sui rischi dei bocconi avvelenati e sulle procedure da seguire in caso di ritrovamento?
Quanti casi di sospetti avvelenamenti o ritrovamenti di bocconi avvelenati sono stati segnalati alle autorità competenti nel corso del mese di febbraio? Quanti sono stati effettivamente analizzati e quali sono stati gli esiti?
Il veterinario cantonale fornisce direttive chiare ai veterinari e si coordina con loro per gestire situazioni di ritrovamento di bocconi sospetti? Il Consiglio di Stato intende adottare misure per garantire un approccio più operativo e proattivo? Inoltre, come valuta la possibilità di promuovere una comunicazione diretta e strutturata tra il veterinario cantonale e i guardiacaccia, al fine di gestire in modo più efficace questi episodi?
Il trattamento con la vitamina K è essenziale per contrastare gli effetti degli avvelenamenti. In Ticino questo tipo di trattamento è disponibile sia in fiale che in pastiglie? Se così non fosse, quali sono le motivazioni di questa indisponibilità e quali misure possono essere adottate per garantire un accesso più agevole a tale farmaco?