Lugano
Anche dopo il Morel “la cultura indipendente continuerà a esistere”
© CdT/Chiara Zocchetti
© CdT/Chiara Zocchetti
Andrea Scolari
un mese fa
Con la chiusura dello Spazio Morel, la cultura indipendente ticinese perde un altro luogo di aggregazione e malgrado il dialogo con le autorità comunali continui da anni “per ora proposte concrete che rispondano ad esigenze reali in termini di sostegno, non ce ne sono”, ci spiega il co-presidente dell’Associazione, secondo cui “il dialogo dovrebbe portare a delle soluzioni, eppure malgrado le interlocuzioni siano iniziate 8 anni fa, invece che veder nascere degli spazi continuiamo a vederne chiudere”.

La cultura indipendente ha ancora spazio a Lugano e in Ticino? Una domanda lecita dopo che il 7 gennaio i giudici del Tribunale federale, hanno notificato di aver in parte respinto e in parte dichiarato inammissibile l’appello contro la demolizione del Morel e la costruzione, al suo posto, di un complesso residenziale. Così tra tre mesi lo Spazio Morel, il centro culturale indipendente che occupa gli spazi di via Antonio Adamini 4, dovrà cercare una nuova casa, come previsto dal contratto stipulato tra l’Associazione e l’Art Builing Sa, società promotrice del progetto immobiliare che presto sorgerà al posto dell’ex garage.

La cultura indipendente continuerà ad esistere
Noah Sartori

Per cercare una risposta siamo entrati negli Spazi Morel, dove abbiamo incontrato Noah Sartori, co-presidente dell’Associazione, nonché promotore della Tour Vagabonde sullo sterrato della Gerra. E la risposta è stata puntuale: “La cultura indipendente continuerà ad esistere ma é fondamentale che esca dalla precarietà in cui si trova. Certo sarebbe auspicabile che la politica, al fronte dell’apparente sostegno e riconoscimento che dà al tema, cominci a sostenere in modo concreto questa realtà“

Un futuro incerto

Di fronte al Morel, affacciato sul lago, si trova il LAC. Due stabili dedicati alla cultura, con modi diversi di interpretare e vivere l’arte. Due vetrine destinate a tipi diversi di artisti e di pubblico. “Morel è nato nel 2017 e fino al 2020 ha svolto un lavoro di diffusione culturale, con attività aperte al pubblico che hanno messo in relazione l’Associazione con la cittadinanza e le Istituzioni, presentando contenuti artistici che altrimenti non avrebbero trovato spazio nei programmi delle poche sale a disposizione della città”. Dal 2020, a seguito della decisione del Municipio di Lugano di interrompere le attività pubbliche, in via Adamini si sono dovuti reinventare e così la struttura è diventata uno spazio dedicato alla produzione artistica. “Lugano è l’unica Città in Svizzera di una certa importanza che non sostiene i processi di produzione artistica, attraverso bandi di concorso per la messa a disposizione di atelier e sale prove o che non ne sostenga parzialmente le spese“.

L'Ente pubblico deve riconoscere l'importanza sociale di queste realtà
Noah Sartori

“Il dialogo c’è, mancano le soluzioni”

Il presente e il futuro della scena culturale indipendente luganese dipenderà dalle scelte politiche di Città e Cantone. “Chiediamo dei cambiamenti e attraverso la Carta della Gerra siamo stati molto chiari su quelle che sono le necessità degli operatori culturali", continua Sartori. “In qualche modo l’Ente pubblico deve riconoscere l’importanza sociale di queste realtà o rivedendo il quadro legale per l’utilizzo di spazi privati in maniera coerente e sostenibile al tipo di attività, o concedendo in gestione degli spazi pubblici a norma”. Ma allo stato attuale delle discussioni il co-presidente dell’Associazione Morel vede un futuro piuttosto grigio. “Sono passati 8 anni dall’inizio del dialogo con le istituzioni e in questo periodo più che veder nascere spazi ne vediamo chiudere. Il dialogo dovrebbe portare a dei risultati e ad oggi questi non ci sono. Per questo mi chiedo, e ci chiediamo, che significato ha e cosa rappresenta, per la politica, l’espressione ‘dialogo’”. Ora, ricorda il nostro interlocutore, “il Municipio ha istituto un gruppo di lavoro composto da diversi dipartimenti della Città, con l’obiettivo di trovare degli spazi e dei metodi di sostegno per la cultura indipendente. Sicuramente si tratta di un passo concreto che vede il coinvolgimento anche dei rappresentanti della cultura indipendente. Speriamo che in mesi, e non anni, si arrivi a delle soluzioni lungimiranti e non a semplici pezze”.

“Di spazi ce ne sono”

Il dialogo quindi c’è, ma nel concreto dal prossimo aprile dove potrebbero trovare spazio gli artisti e le attività ospitate da Morel? “Di spazi sia nel breve che nel lungo termine la Città ne avrebbe, anche se si continua a dire il contrario”, ci spiega Sartori. “Penso sia necessario pensare a delle soluzioni temporanee, che possano nel breve termine colmare delle mancanze come quelle legate agli spazi di produzione e di diffusione culturale, di modo che gli artisti possano praticare le loro professioni e con lo stesso spirito lavorare per trovare degli spazi, delle modalità e dei finanziamenti, che possano garantire una stabilità dei progetti nel lungo termine”. Guardando solo a Lugano, in ogni caso, gli spazi potenziali potrebbero essere “le ex PTT e le ARL di Viganello, ma anche lo stabile dell’HG Commerciale di Pregassona, l’ex Macello, le ex scuole di Viganello, Villa Viarno, Villa Costanza e credetemi… tanti altri che già oggi, o tra qualche anno, sarebbero soluzioni possibili”. Di possibilità, insomma ce ne sono, e a quelle elencate ci sarebbero anche proprietà del Cantone come ad esempio “l’ex Supsi di Trevano e la Sams di Viganello, la Scuola d’arti e mestieri della sartoria, che entro il 2028 traslocherà a Chiasso”.

Se c'è la volontà politica, le cose si possono fare
Noah Sartori

L’esempio della Tour Vagabonde, “Volere è potere”

Oltre essere il co-presidente dell’ Associazione Morel, Sartori è anche co-presidente dell’Associazione Idra, associazione che a cavallo tra il 2022 e il 2023, dal 28 dicembre al 28 marzo, sullo sterrato della Gerra ha fatto sbarcare la Tour Vagabonde. La manifestazione, “ha permesso di creare un luogo di socializzazione e condivisione per molte persone, con decine di migliaia di presenze registrate nei primi tre mesi”, spiegava a Ticinonews Roberto Badaracco a febbraio 2023, affermando che la Città “si era resa conto della mancanza di luoghi d’incontro per questo tipo di cultura”. Una “torre” che per Sartori non rappresenta solo un esempio della necessità di un luogo destinato alla cultura indipendente. “La politica dimostra quotidianamente che se vuole realizzare un progetto lo fa. Con La Vagabonde abbiamo presentato alla Città un progetto importante, sia a livello strutturale, sia sul piano finanziario, e in poche settimane abbiamo ricevuto il via libera alla sua realizzazione. Questo dimostra che se c’è la volontà politica, le cose si possono fare. Dopo otto anni di dialogo iniziamo a pensare che non ci sia forse questa volontà per trovare delle soluzioni permanenti".

Chi produce cultura offre un servizio alla comunità
Noah Sartori

"Servirebbe una distribuzione più equa delle risorse"

Quelli elencati precedentemente sono i possibili spazi che le autorità comunali e cantonali potrebbero destinare alla cultura indipendente, che per vivere ha però anche bisogno di fondi e anche in questo caso il discorso chiama in causa la politica. “Il Consuntivo 2023 della Città lascia trasparire che attorno il 90% del budget culturale viene investito nelle istituzioni, forse servirebbe una distribuzione delle risorse più equa prestando maggiore attenzione alle iniziative indipendenti. È un discorso democratico, niente che non sia sensato”, aggiunge Sartori. Fondi che servirebbero anche per riconoscere professionalmente gli artisti e gli operatori culturali. “Chi produce cultura offre un servizio alla comunità prestando il proprio lavoro a servizio dei cittadini, sarebbe quindi auspicabile che gli Enti pubblici trovino dei sistemi per sostenere l’attività culturale indiscriminatamente, con criteri chiari e visione di insieme e che non si limiti al sostentamento dell’apparato istituzionale. Tra tre mesi l’assenza di Morel lascerà un buco, perché negli anni – che la Città se lo voglia sentire dire o meno – questo spazio ha sopperito a una mancanza, dando un sostegno ai professionisti del settore, offrendogli degli spazi dove poter esercitare le proprie professioni”.

"La cultura indipendente non cesserà di esistere"

Torniamo quindi alla domanda che ha aperto questo articolo: la cultura indipendente ha ancora spazio a Lugano e in Ticino? La risposta, per Sartori è sì, la cultura indipendente troverà sempre spazio e non cesserà di esistere. “È il nostro lavoro oltre che una passione. Artisti, simpatizzanti, operatori culturali hanno la necessità di poter operare e di trovare quindi degli spazi per poterlo fare. Se le istituzioni ne riconosceranno il valore arricchente per la società e cominciassero a sostenere queste realtà, allora queste potrebbero inserirsi armoniosamente nel tessuto urbano della Città. Così non fosse, questa importante parte della popolazione dovrà continuare a lavorare in una situazione di incertezza, precariato e illegalità, a questo punto forzata".