Ticino
Aperto il processo contro Stefano Tanzi
Redazione
15 anni fa
Per la prima volta dall'insediamento del TPF nel capoluogo ticinese, una seduta del tribunale si svolge in italiano

Si è aperto stamani davanti al Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona il processo contro Stefano Tanzi, figlio dell'ex proprietario di Parmalat Calisto Tanzi, e un coimputato. I due sono accusati di truffa, amministrazione infedele e riciclaggio: avrebbero intascato 1,7 milioni di dollari che la società aeronautica canadese Bombardier credeva di versare quale indennizzo alla italiana Eliair, filiale di Parmalat.Per la prima volta dall'insediamento del TPF nel capoluogo ticinese, una seduta del tribunale si svolge in italiano. Questa appendice elvetica della vicenda Parmalat, gruppo alimentare fallito alla fine del 2003, dovrebbe tenere occupata la corte di tre giudici fino a giovedì. La sentenza potrebbe anche essere ritardata fino a lunedì prossimo, 26 gennaio.Sono presenti in aula entrambi gli imputati: il 40enne Tanzi e il suo presunto complice, un cittadino italiano di 55 anni, pilota ed ex responsabile della società di trasporti aerei Eliair, controllata per il 97% da Parmalat prima del crack.Secondo l'accusa Tanzi avrebbe intascato con l'aiuto del complice 1,7 milioni di dollari destinati alla Eliair. Il denaro sarebbe finito sul conto di una banca luganese. I due imputati respingono gli addebiti.Secondo l'atto di accusa la somma in questione era un rimborso versato dalla società canadese Bombardier alla Eliair quale indennizzo per l'acquisto di due aerei rivelatisi difettosi. La stessa Eliair non ne sapeva però nulla, escluso il dirigente ora sul banco degli imputati.Il processo si è aperto con la testimonianza di un consulente finanziario della filiale luganese della banca Paribas, presso la quale Tanzi e il suo presunto complice avevano aperto tre conti. Il primo a fine aprile 2001 a nome di Stefano Tanzi dal pilota-dirigente di Eliair, che disponeva di una procura. Al conto era stato dato il nome Eliair per non destare sospetti alla Bombardier. Nel luglio dello stesso anno, il denaro versato dall'impresa canadese, che credeva in buona fede di rimborsare Eliair, fu trasferito da Tanzi su un secondo conto, con un numero diverso ma sempre con il nome Eliair. Su un terzo conto, aperto a nome del pilota, furono trasferiti 100'000 dollari.Il consulente della banca ha spiegato alla corte che non c'era ragione alcuna di sospettare qualcosa di illegale. "Non potevo nutrire alcun dubbio sulla legalità di queste operazioni nella misura in cui, nel 2001, Stefano Tanzi era uno dei principali dirigenti di Parmalat, un gruppo allora molto importante in Italia", ha dichiarato il teste. Il consulente ha aggiunto che l'imprenditore gli era stato presentato da un altro grosso cliente della banca, ossia il rappresentante di Bombardier in Svizzera, anch'egli all'oscuro delle transazioni dei due imputati.Le indagini in Svizzera erano cominciate nel 2003, dopo il fallimento di Parmalat, su indicazione della Commissione federale delle banche che sospettava un'attività di riciclaggio.Per potersi presentare davanti al TPF, Stefano Tanzi ha dovuto chiedere un'autorizzazione speciale alla giustizia italiana, essendo assegnato a residenza coatta nel suo paese. Solo su intervento del tribunale il permesso è stato concesso.Condannato a cinque anni di carcere nell'aprile 2007 per il fallimento Parmalat, Tanzi ha beneficiato di un condono di tre anni nell'ambito di una amnistia, da detto all'ATS il procuratore federale Pierluigi Pasi. Dedotti sei mesi di detenzione preventiva, sconta attualmente il resto della pena svolgendo lavori di pubblica utilità.Il crollo del gruppo alimentare è considerato uno dei più grandi scandali finanziari italiani ed europei, con un buco di 23 miliardi di euro stando a quanto appurato dagli inquirenti italiani.ATS

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