La mancanza di farmaci in Ticino preoccupa il Partito Liberale Radicale. In un’interrogazione inoltrata al Consiglio di Stato (primo firmatario Alessandro Speziali) viene chiesto al Governo quali sono le previsioni sull’approvvigionamento nell’arco dei prossimi 12 mesi e se c’è un piano d’azione condiviso con la Confederazione, o uno sul piano cantonale, concernente ad esempio scorte di sicurezza.
La task force
Secondo il partito liberale, la carenza di farmaci non è solo un problema congiunturale o puntuale. Oltre ad alcune strozzature nei processi produttivi, “una parte considerevole della produzione si è trasferita in Asia”. Anche il Consiglio federale ne è consapevole, “tanto da creare una task force su questo tema. Altre nazioni europee sembrano attivarsi, consapevoli che si tratta di un problema internazionale, dove ognuno gioca la propria parte”.
“Una questione vicina a noi”
Il problema, si legge nel testo dell’interrogazione, non è né astratto né lontano, “poiché anche in Ticino abbiamo notato la rarefazione dell’offerta di determinati farmaci, spesso di uso comune in molte famiglie con bambini”. Il rischio concreto potrebbe essere, tra l’altro, “quello di dover sostituire alcuni medicamenti con altre varianti più costose. Ciò costituirebbe un nuovo motivo di aumento dei costi della salute”. Inoltre, “ci sono anche medicamenti d’importanza vitale che scarseggiano”. Una situazione che colpisce le farmacie, gli studi medici e gli ospedali, “creando non poche difficoltà nell’evitare che tutto ciò abbia un impatto sui pazienti”.
“Rendersi attrattivi come Cantone”
Molto del settore della produzione in ambito farmaceutico si gioca sul piano delle politiche federali e internazionali; ciò non toglie tuttavia “che i singoli Cantoni possano – nelle loro possibilità e competenze – attivarsi e rendersi attrattivi, anche sul piano della capacità produttiva e dell’approvvigionamento”. Un ambito, questo, non solo utile e funzionale dal profilo della salute pubblica, “ma anche in termini di tessuto aziendale, diversificazione dell’economia e creazione di posti di lavoro qualificati”.
Le domande
In conclusione, viene chiesto al Consiglio di Stato se sussiste il rischio concreto di dover sostituire alcuni farmaci a basso prezzo con altri più costosi, “con il relativo aggravio sul sistema dei costi”, e se il Governo può confermare l’assenza di una differenza nella capacità di approvvigionamento tra i vari Cantoni.
Di seguito le altre richieste:
Ci sono membri ticinesi nella task force istituita dalla
Confederazione?
In Ticino avviene già una produzione di farmaci. È
possibile potenziare questo settore? Se sì, come possiamo rendere il territorio
cantonale più attrattivo per aziende attive in ambito farmaceutico e come
potenziare la produzione? Attualmente cosa intraprende il Cantone per rendersi
attrattivo verso questo settore produttivo?
Per un’azione globale efficace, oltre alla produzione, vi
sono le seguenti dimensioni: ricerca, sviluppo, stoccaggio, distribuzione, dispensazione.
Come giudica il Consiglio di Stato la situazione attuale in Ticino, nonché i
margini di miglioramento per ognuna di queste dimensioni? Per questo genere di
analisi e relativi piani d’azione, sono coinvolti i maggiori attori sul
territorio, come ad esempio l’Ordine dei farmacisti del canton Ticino (OFCT)?