"Nell’attuale clima di anti-politica dilagante e di crisi sociale, la credibilità delle istituzioni democratiche sarebbe quanto mai necessaria. Purtroppo, invece, la vicenda “Argo 1”, assumendo ogni giorno contorni più inquietati, getta ombre su tutta l’amministrazione cantonale e crea sfiducia nelle istituzioni pubbliche. Al posto del carosello di slogan e di dichiarazioni, occorre ora iniziare piuttosto a capire cosa è realmente successo e a trovare quindi delle soluzioni."
Lo scrive in un comunicato odierno il Partito comunista, secondo cui "per questo occorre costituire una commissione parlamentare di inchiesta (e non una commissione esterna che avrebbe le mani legate su troppi aspetti e che rischierebbe solo di far perdere altro tempo): essa non deve far luce unicamente su quanto avvenuto, ma avrà anche la missione implicita di mostrare un volto nuovo e onesto della politica! Oltre a ciò bisogna che il servizio di controllo interno come strumento atto a evitare fenomeni di corruzione sia reintrodotto."
"Il Consiglio di Stato e il Gran Consiglio sono però pure chiamati a prendere molto più sul serio la questione delle agenzie di sicurezza privata: le mozioni del nostro deputato Massimiliano Ay inerenti la formazione degli agenti e il divieto di far capo a tali agenzie in ambiti sensibili (come il settore dei centri per richiedenti l’asilo) hanno ricevuto risposte troppo deboli, quasi a banalizzare il problema!" scrive ancora il Partito comunista. "Ci attendiamo quindi che le nostre proposte siano prese sul serio delle commissioni del Gran Consiglio che le analizzeranno. Il parlamento avrà poi la possibilità di votare a favore anche dell’iniziativa parlamentare del Partito comunista che vieta ai municipi di esternalizzare a ditte di sicurezza privata l’esecuzione di atti di autorità di competenza della forza pubblica."
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