Commercio illegale
Avorio, borse di alligatore, zuppe di orchidee: attenzione ai souvenir vietati
UDSC
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Redazione
4 giorni fa
In occasione della riapertura per la stagione 2025, avvenuta domenica 13 aprile, al Museo delle dogane è visitabile una rinnovata mostra sulle specie protette dalla Convenzione CITES.

Borse in pelle di alligatore, oggettistica varia in avorio, scialli in lana shahtoosh, animali imbalsamati e persino uno sgabello ricavato dalla zampa di un elefante. Nella rinnovata mostra dal titolo "La conservazione delle specie riguarda tutti noi", situata all'ultimo piano del Museo delle dogane, c'è un po' di tutto. L'obiettivo? Sensibilizzare il pubblico sulle merci che possono essere importate in Svizzera e spiegare il ruolo che la Dogana svolge in quest'ambito. “Il nostro obiettivo è illustrare ai visitatori cosa significa acquistare un oggetto di una specie minacciata all’estero”, spiega la responsabile del Museo Maria Moser.

Multe fino al milione di franchi

Per non incappare in multe che possono arrivare fino al milione di franchi o a pene detentive fino a cinque anni è infatti necessario essere in possesso di un'autorizzazione CITES. Il commercio di specie protette così come di merci derivate da queste specie, spiega la responsabile d'esercizio del Museo Sonja Burri, non è infatti di per sé vietato: “Quando una persona va in vacanza e trova un oggetto che vorrebbe portare in Svizzera, come una borsetta fatta con pelle di alligatore, deve informarsi e ottenere l’autorizzazione CITES. E questo perché l’alligatore è un animale protetto dalla Convenzione che regola il commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione”. Spesso invece prevale la negligenza, o il pensiero che in fin dei conti si tratta di trasgressioni perdonabili, ma non è così. “Non sono perdonabili perché non è giusto ignorare la problematica. Parliamo di specie in via d’estinzione e quindi in pericolo”, spiega sempre Burri. “Chiaramente l’errore può capitare, ma ciò non toglie che si incappa in una multa”.

Non solo oggetti di origine animale

Quelli ospitati nella "stanza degli orrori" di Gandria sono solo una piccolissima parte di tutti gli oggetti vietati che annualmente transitano dalle nostre frontiere (oltre 800 quelli sequestrati nel solo 2024) e che finiscono in un deposito dell'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria, l'autorità competente in materia di conservazione della specie. Oggetti perlopiù di origine animale, ma non solo, spiega ancora Maria Moser. “La gente spesso non sa che le orchidee non possono essere importate in Svizzera senza autorizzazione, proprio per questo l’informazione quando ci si reca all’estero è centrale". Visitabile da domenica 13 aprile, in occasione della riapertura per la stagione 2025, ad accogliere i visitatori della mostra ci saranno anche altre novità, tra cui alcuni giochi, postazioni interattive e una sala cinematografica.