
Il bollino di Claro è "un successo politico". Lo scrive l'autorevole quotidiano romando Le Temps sulla sua edizione di oggi.
Nell'articolo si legge che finora sono 22 i commerci - essenzialmente dei piccoli negozi, ma anche un salone di parrucchiere e una ditta nel settore dell'idraulica - ad aver scelto di mostrare alla propria clientela che impiegano personale residente, grazie all'adesivo comunale in vendita al prezzo di 10 franchi: "E mentre la grande distribuzione è spesso criticata per il suo impiego di frontalieri italiani, il Denner di Claro fa parte di coloro che espongono la propria percentuale di lavoratori residenti." Che è del 100%, visto che dei cinque impiegati due vivono a Claro, mentre gli altri tre nei Comuni vicini.
"Per noi è importante sostenere l'economia locale impiegando persone che vivono qui e con l'adesivo abbiamo voluto comunicarlo ai nostri concittadini, i quali hanno accolto molto bene l'idea" spiega a Le Temps la portavoce di Denner, Grazia Grassi. "Nel nostro settore, nulla può giustificare l'impiego di lavoratori frontalieri."
"Non è xenofobia, io stesso ha tra i miei impiegati dei stranieri col permesso B" afferma dal canto suo Tiziano Bossalini, proprietario dell'omonima panetteria, sulla cui vetrina è affisso l'adesivo con la percentuale del 100%. "Quando è stata lanciata l'iniziativa, nel febbraio 2015, alcuni media hanno parlato di razzismo anti-italiano, ma la grande maggioranza dei miei clienti ha approvato la mia scelta. Io volevo solo rendere visibile il fatto che facciamo lavorare delle persone che abitano in Ticino e che pagano le tasse qui."
Il sindaco di Claro, Roberto Keller, riconosce che "il numero di imprese che usa il bollino è modesto. Ma in compenso, a livello politico, abbiamo conosciuto un successo enorme."
"Non ho niente contro gli italiani che, come noi, cercano un lavoro per mantenere la propria famiglia" prosegue Keller, secondo cui è il sistema che è problematico: su 240'000 persone attive nel Cantone, più di 60'000 arrivano dall'altra parte della frontiera. "Gli italiani mi dicono che se ci fosse questa proporzione nel loro paese, sarebbe già scattata la rivoluzione. Noi invece abbiamo proposto un semplice autocollante."
Le Temps spiega poi che l'idea di Claro è già stata copiata da Monteggio, che a Losone la Lega ha chiesto un adesivo simile ma obbligatorio per tutte le imprese, e che anche a livello cantonale il bollino è stato discusso, nel marzo 2015 in Gran Consiglio. "Ma da allora il dossier langue in commissione."
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