Natale, tempo di aperitivi, cene e incontri. E la prossimità, lo abbiamo imparato durante la pandemia, favorisce la diffusione dei virus respiratori, a cominciare da Covid-19 e influenza. Chiuso ormai il tempo della corsa al tampone al primo sintomo, oggi in Svizzera la diffusione di queste malattie viene tenuta d’occhio tramite l’annuncio di singoli casi dagli studi medici che aderiscono al progetto sentinella, ma anche con l’analisi delle acque reflue. E il monitoraggio indica che nella Confederazione siamo in una fase di deciso aumento dei casi di influenza; la scorsa settimana, si contavano circa 8,5 casi ogni 100'000 abitanti, in linea con l’anno scorso, quando il picco fu raggiunto nella seconda metà di gennaio. Ma se in questi giorni si ha la febbre, è più probabile che si tratti di Covid, specialmente in Ticino. Nel nostro cantone l’incidenza di coronavirus è al momento la più alta in Svizzera. Attenzione però: il monitoraggio delle acque reflue di Lugano indica che oggi la diffusione del Covid nella popolazione è, secondo gli ultimi dati disponibili, circa 2,5 volte inferiore rispetto a un anno fa. E lo stesso Ufficio federale di sanità pubblica, negli scorsi giorni, ha annunciato che l’ondata di coronavirus ha superato il picco.
A chi è consigliato il tampone
“L'influenza sta lentamente aumentando. In Ticino non siamo ancora arrivati a un tasso di incidenza epidemica, mentre ad esempio in Romandia la situazione è decisamente più critica, con un netto aumento dei casi”, spiega ai microfoni di Ticinonews Pietro Antonini, responsabile ambulatorio Long Covid Clinica Moncucco. I sintomi “sono sempre gli stessi: febbre, dolori muscolari e mal di testa. In verità, su base clinica queste malattie virali respiratorie sono indistinguibili”. Se si vuol sapere qual è il virus che la provoca “si è obbligati a fare un tampone nasale, che viene però raccomandato solo laddove questo ha delle conseguenze. Non parliamo quindi di pazienti sostanzialmente sani, ma di quelli a rischio per un decorso grave: pazienti diabetici, obesi, al di là dei 65 anni, o affetti da malattie croniche, cardiopolmonari, oncologiche". Per queste persone "può avere una conseguenza il fatto di fare un tampone perché, in base al riscontro, ci sono delle terapie antivirali efficaci”.
Picco nella prima metà di gennaio?
La curva del Covid sta calando, mentre quella dell'influenza sta crescendo. È tuttavia difficile stimare quando quest’ultima raggiungerà il picco. “In questo periodo sono partiti per le vacanze. Dipende quindi da cosa farà la gente: se ci saranno tante feste e momenti conviviali, ci potrebbe anche essere un aumento abbastanza rapido”. Viceversa “se le persone tenderanno piuttosto a frequentare le piste di sci rimanendo distanziate, la probabilità di infettarsi sarà minore. È sempre difficile fare una previsione, ma mi aspetterei un picco influenzale verso la prima metà di gennaio”, conclude Antonini.