
Ogni studente ha un criterio differente per la scelta di un ateneo: la proposta dei corsi, il costo, la lontananza da casa e molto altro ancora. Per semplificare la ricerca dei futuri allievi, esistono le classifiche internazionali delle migliori università al mondo. Tra queste vi è QS ranking che ha recentemente pubblicato la nuova graduatoria. Tra gli atenei presenti c’è pure l’Università della Svizzera italiana. Dopo tre anni in cui l’USI si poneva prima al 273esimo e poi al 240esimo rango mondiale, nel rilevamento 2024 l’Università è scesa al 328esimo posto, perdendo così 88 posizioni. Un calo relativizzato dal prorettore vicario, Lorenzo Cantoni.
La classifica QS
“All’USI ci rendiamo conto che confrontare le 1'500 migliori università al mondo e riassumerle tutte ad un numero è un’impresa pressoché impossibile” afferma Cantoni. A stilare la classifica è la società privata QS con sede a Londra. L’USI – va detto – figura anche in altre graduatorie. “Siamo molto contenti di essere nel ranking QS che è una delle classifiche internazionali più conosciute. Rimaniamo comunque l’ottava fra le università svizzere che sono registrate”.
Cambiamento di fattori
Ogni graduatoria segue metodi di calcolo diversi: i risultati finali in classifica quindi variano per forza. I criteri, inoltre, quest’anno sono stati rivisti da QS. “Ci avevano annunciato della modifica di metodologia di calcolo. Da un lato questo ha ridotto il peso di alcuni parametri in cui siamo particolarmente forti e ha aumentato invece il peso su alcuni parametri in cui noi invece siamo meno performanti”, spiega Cantoni. Nel calcolo sono infatti entrati tre nuovi fattori: sostenibilità, estensione delle collaborazioni internazionali di ricerca e possibilità di carriera dopo gli studi.
Nessun cambiamento sulle candidature
Cantoni non ritiene che il calo in graduatoria possa ridurre l’interesse per l’USI da parte di potenziali studenti svizzeri ed europei. “. È chiaro che uno studente che viene a studiare in Europa dalla Cina, dall’Indonesia, dal Sud Africa o dal Perù si appoggiano a questi ranghi per fare una prima scrematura. Essere in quella posizione per un’università giovane è comunque ottimo. Non credo che in termini numerici questo avrà un impatto sulle candidature”. Il calo non dovrebbe comunque avere un impatto sulle attività dell’Università.