
Completare AlpTransit a Sud delle Alpi deve essere una priorità e Italia e Svizzera devono fare il possibile per realizzare questo obiettivo. Potremmo riassumere così la lettera che oggi i presidenti dei parlamenti ticinese e lombardo hanno firmato a Bellinzona. La lettera rappresenta un'assunzione di impegno da parte del Gran Consiglio ticinese e del Consiglio regionale lombardo a chiedere "con vigore alle autorità competenti di avviare quanto prima possibile le procedure per il completamento di AlpTransit, con le necessarie linee di accesso possa essere intrapreso al più presto, in continuità con i grandi progetti attualmente in fase di realizzazione in Italia e in Svizzera". La lettera sarà trasmessa alle cancellerie di Berna, Roma e Bruxelles.
I rischi
Nella missiva congiunta, Ticino e Lombardia rilevano che il prolungamento di AlpTransit a Sud di Lugano e la realizzazione degli assi di accesso meridionali alla trasversale alpina "non è attualmente parte dei progetti di ampliamento della rete: un rinvio che può comportare gravi conseguenze per la funzionalità delle reti TEN-T e del Corridoio Mare del Nord - Reno - Mediterraneo, generando perdite di produttività economica per le regioni e gli Stati lungo tutto il corridoio".
Romani: "Stiamo parlando con i nostri parlamentari"
La lettera si basa su tre risoluzioni votate tra il novembre 2018 e il febbraio di quest'anno dal Gran Consiglio e dalla Commissione speciale del Consiglio regionale lombardo per i rapporti tra Lombardia e Svizzera. L'ultima, accolta all'unanimità a Milano, chiede alla Regione di fare tutto il possibile per "intervenire nelle sedi istituzionali più opportune, sia nazionali che internazionali, affinché venga intrapreso ogni sforzo politico, diplomatico, tecnico e finanziario necessario per il completamento di AlpTransit". "Quando ci sono temi di buon senso, l'aula consigliare regionale lombarda non può che sposarli appieno", commenta ai nostri microfoni Federico Romani, presidente del Consiglio regionale della Lombardia. "Sono già in corso delle interlocuzioni affinché i parlamentari lombardi a Roma e gli europarlamentari a Bruxelles portino i punti fermi di questa risoluzione nelle sedi opportune".
Guerra: "Opera monca"
Il presidente del Gran Consiglio Michele Guerra non esita a definire la risoluzione lombarda "qualcosa di storico. Dall'asse del San Gottardo ogni settimana transita un valore di merci pari a un miliardo di franchi. In più, nei prossimi anni, si prevede un incremento del traffico, in particolare dei passeggeri, su una linea che oggi non può sopportare questo aumento". Secondo Guerra, "oggi AlpTransit è un'opera monca: mancano le tratte Biasca-Camorino, Lugano-Chiasso e Chiasso-Monza. Inoltre, tra Lugano e Milano oggi si circola a una velocità media di 63-64 km/h. C'è quindi da fare".
"Oltre il proprio orto"
La firma del documento è salutata positivamente da ProGottardo-Ferrovia d'Europa, associazione che da anni si batte per chiedere di completare la trasversale alpina. "Vi vede - si legge in un comunicato - un segnale inequivocabile affinché nella formulazione delle esigenze regionali e nella pianificazione delle misure necessarie per l’ottimizzazione a corto termine della rete attuale e dei progetti di completamento/ampliamento a lungo termine, il Ticino guardi oltre il proprio orto per ragionare nell’ottica dell’area metropolitana transfrontaliera della Città dei Laghi, dipendente anche dai collegamenti internazionali".