Ticino
Caos al Tpc, il Consiglio della magistratura sentito dai deputati
©Chiara Zocchetti
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Redazione
7 giorni fa
I temi affrontati hanno riguardato soprattutto il contesto in cui il Cdm si trova a operare. Dadò: “Dalla discussione avuta oggi ci accorgiamo che il margine di manovra del Consiglio è troppo limitato. Bisogna intervenire immediatamente con una modifica legislativa”.

Il caso delle foto che il giudice Mauro Ermani avrebbe inviato a una segretaria continua a tenere banco a Palazzo delle orsoline. Oggi la Commissione giustizia e diritti ha incontrato il Consiglio della magistratura (Cdm). L’obiettivo? Ampliarne le possibilità di azione. L’incontro è durato circa un’ora e mezza. I temi affrontati “hanno riguardato principalmente una spiegazione del contesto legislativo in cui il Consiglio si trova a operare, quali sono i suoi limiti e dove si può muovere”, spiega ai microfoni di Ticinonews il presidente del Cdm Damiano Stefani. In particolare, “noi possiamo eseguire tutta la procedura normale per arrivare eventualmente a una valutazione che dica se sussistano o meno i presupposti per una sanzione disciplinare”. Tuttavia “al momento non possiamo adottare dei provvedimenti cautelari, perché non ve ne sono i presupposti". Un esempio di provvedimento cautelare è la sospensione di un magistrato, “ma noi non abbiamo, per legge, nessuna possibilità di intervenire in tal senso”.

Cosa ha chiesto il Cdm

Una richiesta formale riguardante la possibilità di sospendere un giudice non è stata fatta, anche se l’argomento è stato ventilato. “Ma si tratta solo di un’ipotesi”, precisa Stefani. La politica, più che altro, “ha capito che noi abbiamo delle difficoltà legate al contesto legislativo nel quale operiamo. Abbiamo chiesto di cercare di modificare, nei tempi che loro ritengono più opportuni, le basi legali, per permetterci di avere dei mezzi a disposizione che siano adeguati al lavoro che dobbiamo svolgere”.

Dadò: “Un margine troppo limitato”

In sostanza, da quanto è dato capire, la Commissione avrebbe chiesto al Cdm se fosse possibile sospendere il giudice Ermani in via cautelare. La risposta è stata negativa, perché non vi sono le basi legali. La Commissione ha dunque cercato di correre ai ripari e si è riunita per altre due ore dopo l’incontro. Terminata la riunione, Ticinonews ha incontrato il presidente Fiorenzo Dadò. “Dalla discussione avuta oggi ci accorgiamo che il margine di manovra del Cdm è troppo limitato. Bisogna quindi intervenire immediatamente con una modifica legislativa”, afferma Dadò. Nello specifico “stiamo pensando ai termini di operatività del Consiglio della magistratura, così come alla possibilità di sospendere momentaneamente dei magistrati dalle loro funzioni”. Evidentemente “parliamo in generale, perché ciò vale per tutta la magistratura e non solo per il Tribunale penale cantonale”.

L’orizzonte temporale

A livello di tempistiche di quando queste nuove base legali dovrebbero venire presentate, “tra noi deputati una bozza circola già. È possibile che venga portata già domani in Gran Consiglio. In alternativa, si potrebbe andare al mese prossimo. Dobbiamo valutare quanto è possibile fare”, conclude Dadò.

Nel frattempo, il clima a Palazzo di giustizia resta caldo. Stando a quanto riferito oggi da laRegione, i giudici del Tpc Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti hanno ricusato il Consiglio della magistratura in relazione alla fuga di notizie sull'apertura di un procedimento disciplinare a loro carico. Secondo i due giudici, il Cdm non solo avrebbe violato il segreto d’ufficio, ma mostrerebbe "parzialità e accanimento" nei loro confronti. L’istanza è stata presentata dal legale Marco Broggini.