"Nel caso qui in esame il messaggio WhatsApp in parola raffigura una donna seduta su una panchina con ai due lati grossi falli (simili a gonfiabili da piscina) e una scritta ‘Ufficio Penale’. Si tratta evidentemente di una ‘gag’ composta da un’immagine e un gioco di parole, immagine che verosimilmente circola su applicazioni messaggistiche, i cui utenti, dopo averla ricevuta, spesso la ritrasmettono ai loro contatti telefonici". È quanto scrive il procuratore straordinario Franco Passini nel decreto di non luogo a procedere inerente al reato di pornografia, emanato il 4 settembre, con cui scagiona il presidente del Tribunale penale cantonale Mauro Ermani, che aveva inviato la foto alla segretaria presunta vittima di mobbing da parte di una collega. Una descrizione di cui riferisce oggi la Regione, che è andata a spulciare le motivazioni del decreto.
Il reato di pornografia non sussiste
Secondo Passini nell'immagine inviata non si intravvede un carattere pornografico (destinato a eccitare sessualmente il consumatore), come previsto dall'art. 197 capoverso 2 del Codice penale, per cui "non sussistono i necessari elementi costitutivi di reato". Nel peggiore dei casi, rileva Passini, l'immagine in parola potrebbe essere considerata come molestia sessuale ai sensi dell'art. 198 cpv 2 CP. "Tale reato", precisa, "è tuttavia perseguibile solamente su querela di parte lesa. Nella fattispecie non risulta che la destinataria del messaggio, entro il termine di tre mesi di cui all’art. 31 CP, abbia sporto querela contro Mauro Ermani. Per completezza va in questo contesto rilevato che l’art. 198 cpv. 2 v-CP, nella versione applicabile al momento dei fatti (dunque antecedente il 1° luglio 2024), non sembra essere comunque adempiuta, trattandosi, semmai, di una cosiddetta ‘molestia visiva’, non contemplata nel (vecchio) testo di legge".
I giudici destituiti
La decisione di Passini fa seguito alla denuncia inoltrata a luglio dagli allora giudici del Tribunale penale Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti, secondo cui l'immagine è un chiaro caso di esposizione di rappresentazioni pornografiche ai sensi del secondo capoverso dell'articolo 197 del Codice penale. Dopo il non luogo a procedere, i due giudici sono stati destituiti dal Consiglio di Magistratura (CdM), ritenendo che i due avrebbero "gravemente violato i loro doveri di magistrato" denunciato per pornografia Ermani. Un reato che "sapevano non sussistere".
Il parere dell'avvocato Gianoni
Verda Chiocchetti e Quadri, che hanno inoltrato ricorso contro la decisione del CdM, si sono rivolti all'avvocato bellinzonese Franco Gianoni, chiedendogli un parere sulla fotografia e sulla decisione di Passini. "Già la prima volta che ho visto la fotografia pubblicata sui diversi media mi ha scosso, in quanto i due membri maschili, in manifesta erezione, sono perfettamente riprodotti al punto da sembrare reali, tanto da evocare in chi guarda l'atto sessuale che segue l'erezione, o meglio gli atti sessuali soprattutto se si considera che la legenda definisce il luogo in cui si trovano con una donna: 'ufficio penale' (ossia in attesa delle pene e delle penitenze) e, per tali ragioni, ritengo che la fotografia costituisca pornografia ai sensi dell’art.197 Codice penale", commenta l'avvocato.
In merito alla decisione di Passini, Gianoni scrive: "In vita mia, non ho mai visto una decisione così scarna e superficiale riferentesi a un caso estremamente delicato di natura istituzionale: i giudici, on. Siro Quadri e on. Francesca Verda Chiocchetti, non sono stati interrogati, ma solo interpellati per scritto. D’altronde, l’on. Passini ha tenuto conto di tutte le circostanze di natura, di luogo, di tempo, di persone? Perché la destinataria non è stata interrogata? Possono esserci motivi particolari perché non ha sporto denuncia? E il fatto che non desiderava vedere quell’immagine e ricevendola sarebbe rimasta profondamente turbata doveva essere chiarito: occorreva chiarire in cosa consisteva il suo turbamento, poiché era un’ottima referenza e il problema non è una semplice ‘gag’ (ossia una battuta o un’azione comica breve e d’impatto, che ha lo scopo di far ridere il pubblico), composta da una immagine e un gioco di parole. Lo attesta la costante violenta reazione dell’opinione pubblica, generalmente contro l’on. Ermani. Più ancora, come mai, fatto più unico che raro, eminenti ex procuratori pubblici hanno fatto eco, tutti, consigliandogli di dimissionare?”.