Il dibattito
Capsula della morte, Lepori: "Non so chi ci sia dietro, ma la pubblicità mi stupisce"
Redazione
3 mesi fa
Sarco, macchina suicida, sarà introdotta in Svizzera da Last Resort. Mattia Lepori, presidente della Commissione Etica EOC, esprime preoccupazioni riguardo alla modalità pubblicitaria e all'eventuale aumento di stranieri che potrebbero cercare assistenza al suicidio.

Si preme un pulsante e, in pochi attimi, si muore senza dolore. Questa è la promessa di Sarco, la macchina sucida presentata ufficialmente a Zurigo. L’invenzione è opera del medico australiano Philip Nitschke, fondatore e direttore di Exit International, un`organizzazione che promuove la legalizzazione dell`eutanasia volontaria e del suicidio assistito. L`idea di Sarco nasce nel 2012, quando Tony Nicklinson, ideatore della Deliverance Machine, si rivolse a Nitschke per sviluppare una soluzione tecnologica che gli permettesse di porre fine alla sua vita in modo legale.

Primo utilizzo entro l’anno

Mercoledì, l'organizzazione Last Resort ha confermato l'intenzione di mettere in servizio la capsula di aiuto al suicidio in Svizzera. Fiona Stewart, membro fondatore dell`associazione, ha dichiarato che il primo utilizzo della mini-capsula avverrà entro un anno, ma ulteriori dettagli non saranno divulgati. Questo per rispetto nei confronti del primo utente.

Come funziona

Il funzionamento di Sarco è semplice: tramite l`uso di azoto, viene creato un ambiente a bassa ossigenazione e a basso contenuto di anidride carbonica. Alla pressione di un pulsante, che può essere premuto solamente dall`interno dell`apparecchio, l`azoto viene rilasciato, sostituendo l`aria all`interno della capsula. Essendo l`azoto un gas innocuo, la morte avviene a causa del rapido abbassamento del livello di ossigeno. Una delle peculiarità di Sarco è l`assenza di medicamenti e di un medico, necessario in altre procedure. Per le persone con disabilità significative, si stanno considerando soluzioni di attivazione dell`apparecchio tramite movimenti oculari e controlli vocali.

Perché la Svizzera

Ma perché scegliere la Svizzera per il debutto? Florian Willet, CEO di Last Resort, ha sottolineato come la Svizzera sia un Paese con un elevato grado di libertà, una caratteristica cruciale per facilitare il processo in questioni delicate. Nel frattempo però, il Canton Vallese ne ha proibito l`utilizzo. Si attendono quindi, ulteriori sviluppi.

Lepori: “Mette a disagio, sembra un lancio commerciale”

Una notizia che fa discutere molto e accende il dibattito sulle questioni etiche. A tal proposito abbiamo deciso oggi di intervistare il Presidente della Commissione Etica EOC Mattia Lepori a cui abbiamo chiesto il suo parere e le sue preoccupazioni. “Diciamo che è qualcosa che mette un po' a disagio questa cosa che sembra quasi il lancio commerciale di un prodotto e che di per sé, a mio avviso, non modifica il dibattito di fondo su quella che è l'assistenza al suicidio. Questo sembra essere un dispositivo tecnico che permette di accedere ad un'assistenza al suicidio con una modalità diversa da quella che viene applicata attualmente, quella farmacologica, e francamente devo dire che non mi sembra che questo risponda ad un bisogno impellente nella misura in cui il protocollo farmacologico che viene utilizzato generalmente per questo genere di pratiche quando è utilizzato da persone competenti permette di ottenere il risultato che si ricerca senza problemi. Io non so chi c'è dietro a questa società e sono molto stupito di questa pubblicità, è qualcosa che sinceramente come medico mi lascia a disagio”.

Rischio di avere un turismo del suicidio?

Con l'arrivo di questo nuovo dispositivo c'è forse un rischio che aumenti il numero di stranieri che si recano in Svizzera per poter accedere al suicidio assistito? “Il fenomeno delle persone che vengono dall'estero per beneficiare di questa assistenza che negli altri paesi non è permessa è un fenomeno che esiste. C'è un'associazione che da diversi anni concede l'assistenza al suicidio anche a persone che sono domiciliate all'estero. Io non so come vorranno agire queste persone che mettono a disposizione questo dispositivo: il problema non  il dispositivo ma il come queste persone intendono agire. È chiaro che se intendono agire facendosi forti del fatto che la nostra legislazione è molto liberale e quindi non rispettando quelle che sono le direttive dell'accademia svizzera delle scienze mediche e della federazione dei medici svizzeri è possibile che ci sia un fenomeno di risucchio, questo prodotto è stato lanciato come un qualsiasi altro prodotto commerciale, che sia un'automobile o un nuovo telefono”

Prevenzione pratica

Per quanto riguarda la prevenzione della pratica del suicidio assistito come ci si muove? “Quello che è fondamentale per chi assiste le persone nell'osservanza delle direttive è quella di aver chiaramente esposto al paziente che ha manifestato questo desiderio quali sono tutte le possibili alternative terapeutiche soprattutto in ambito delle cure palliative. Questo è un processo che deve essere rigoroso e so che lo è da parte di chi si occupa da tempo di queste cose”, ha concluso Lepori.