
Le carceri ticinesi stanno affrontando un sovraffollamento senza precedenti. A lanciare l’allarme sono Stefano Laffranchini, direttore delle Strutture carcerarie, e Frida Andreotti, a capo della Divisione giustizia del Dipartimento istituzioni, intervistati dalla Regione. In particolare, il Carcere giudiziario di Lugano ha superato la sua capienza di 88 posti, toccando un picco di 100 detenuti in carcerazione preventiva. Dodici di questi sono stati trasferiti al Carcere penale, anch’esso ora pieno.
Strutture sotto pressione
La pressione sulle strutture ha quindi inevitabilmente costretto le autorità a prendere misure straordinarie, come l'utilizzo temporaneo delle celle della polizia, la riattivazione di spazi nel penale (tra cui l’area femminile), l'impiego più frequente del braccialetto elettronico per gli arresti domiciliari e una possibile richiesta di credito per installare moduli abitativi temporanei. La situazione è inoltre aggravata dalla complessità gestionale di alcuni detenuti con problemi psichici o sanitari. Nonostante tutto, il DI assicura il rispetto dei diritti e della dignità delle persone detenute.
Fenomeno non isolato
Ma il fenomeno non è isolato. Anche altri Cantoni romandi come Ginevra e Vaud affrontano un sovraffollamento cronico, rendendo difficili eventuali trasferimenti. Si valutano pertanto opzioni verso la Svizzera tedesca, dove la pressione è minore. Una nota positiva arriva però dal concorso per nuovi agenti di custodia: 180 candidature ricevute, con assunzioni previste nel 2026.