Quelli delle feste sono giorni impegnativi, soprattutto a tavola. Tanto cibo e, per molti, tanta carne. Sulle tavole ticinesi tra Natale e Capodanno la regina è ormai la fondue chinoise. Non una pietanza tipica, "ma è diversi anni che fa parte del menù festivo", osserva Roberto Luisoni, presidente dell’Associazione mastri macellai e salumieri. Tuttavia, "da quello che abbiamo visto e sentito dagli associati, la tradizione è ancora ben presente: si parla quindi del classico cappone con l'osso, disossato o ripieno. C'è però anche il tacchino cucinato in varie forme, ma anche gli arrosti e il roastbeef".
Chinoise vs. Bourguignonne
Come detto, tuttavia, a farla da padrone è la fondue chinoise, che si difende energicamente contro la concorrenza della bourguignonne. "Guardando alle nostre vendite, posso dire che la proporzione tra chinoise e bourguignonne - precisa Luisoni - è circa dell'80-20%. Forse, per spiegare la minore diffusione della bourguignonne, a qualcuno dà fastidio l'odore del fritto in casa".
Qualche sgarro sotto Natale
Il periodo storico che stiamo attraversando mette a dura prova i bilanci familiari. Tuttavia, pranzi e cenoni delle feste sono ancora irrinunciabili. "Per quanto riguarda macelleria e gastronomia, dicembre è un mese in cui si lavora tanto", conferma il presidente dell'associazione di categoria. "Alcuni negozi hanno partecipato ai mercatini di Natale, altri invece propongono cestoni di prodotti come articolo regalo: notiamo che in queste occasioni, la gente fa un po' meno caso al portafoglio".
Un anno sottotono
Al portafoglio la clientela delle macellerie ticinesi ha però fatto caso durante l'anno che si sta concludendo. "Indubbiamente hanno pesato gli aumenti che le famiglie hanno avuto: molti di questi - analizza Luisoni - sono obbligati, come quelli di cassa malati. La gente prova quindi a risparmiare dove può".