Ticino
Caso Caruso, gli studenti: "Sentiti dal DECS, ma non ascoltati"
Redazione
2 mesi fa
Una delegazione di allievi ed ex allievi accusa il Dipartimento Educazione, cultura e sport "di non avere a cuore il benessere degli alunni". La replica del DECS: "È una nostra priorità".

Si è arricchita di un nuovo capitolo la nota vicenda che ruota attorno al professor Roberto Caruso, docente del centro professionale tecnico di Mendrisio sollevato dal suo incarico alla fine dello scorso anno scolastico. Questa mattina una delegazione di studenti ed ex studenti ha indetto una conferenza stampa per presentare la loro versione sul clima che si respira all'interno dell'istituto e sul recente incontro avuto con i vertici del DECS. I fatti sono stati ripercorsi nel dettaglio, da quando – era lo scorso mese di giugno – sono iniziate a circolare le prime voci riguardo a un possibile licenziamento del professor Caruso. Voci che hanno trovato conferma definitiva lo scorso 9 settembre.

"Un punto di riferimento"

Caruso - presente alla Filanda di Mendrisio senza però mai intervenire - a detta dei suoi allievi ha sempre offerto supporto, sia didattico sia umano. Un punto di riferimento, contrariamente a una direzione dell'istituto “latitante e irrispettosa” e a un DECS, reo – citiamo – "di non avere a cuore il benessere degli studenti". E questo nonostante un incontro tenutosi a metà settembre. “A nostro parere siamo stati sentiti, ma non ascoltati veramente”, ha affermato ai nostri microfoni Luka S., ex studente del Cpt Mendrisio. “Il DECS dovrebbe proteggerci: noi siamo il cuore di questo Dipartimento e dovremmo essere tutelati. Invece, hanno cercato di mantenere la distanza, di farci capire che possiamo parlare, ma solo fino a un certo punto. E ciò conferisce un senso di abbandono, perché è qualcosa che non ci si immagina”, gli ha fatto eco Alex B. Contrariamente agli altri due giovani intervenuti, Alex è tuttora uno studente del Cpt di Mendrisio. In queste settimane nell'istituto "si respira un clima molto teso. Tante persone ci stanno segnalando gravi problemi e tra i corridoi c’è preoccupazione. Abbiamo paura che altri bravi docenti possano essere sospesi semplicemente perché fanno il loro lavoro. Non è un bel clima”, ha aggiunto Alex.

Nessun passo indietro

Il messaggio è chiaro: il clima di una scuola non lo si sonda nell'aula docenti, bensì nei corridoi, parlando con quegli allievi che mai si sarebbero immaginati di doversi battere pubblicamente per un loro insegnante e ora che non intendono cedere, anzi. “Noi invitiamo docenti e studenti di altre sedi scolastiche a segnalare problematiche e a condividere le loro esperienze. E nel caso in cui avessero timore a farlo, siamo assolutamente disponibili a muoverci noi per loro”, ha concluso Luka S.

Il DECS: "La disdetta non è dovuta alla segnalazione di situazioni di disagio"

“Il benessere degli alunni, come pure del corpo docente del Centro professionale tecnico (Cpt) di Mendrisio, è una priorità del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport”, ha scritto in una presa di posizione il DECS, interpellato da Ticinonews. Ecco perché il 13 settembre la direzione del Dipartimento “ha dato seguito a una richiesta di incontro avanzata dagli allievi ed ex allievi del Cpt”. Le questioni da loro sollevate “hanno portato ad approfondimenti. Nell’ambito dello scambio sono inoltre state fornite indicazioni sui servizi e sui sostegni esistenti in seno alla scuola e alla DFP in caso di difficoltà o per segnalazioni”. Dopo l’incontro, i servizi e i sostegni esistenti “purtroppo non sono stati da loro attivati”. In vista dell’appuntamento con i ragazzi il DECS aveva chiarito che non si sarebbe potuto esprimere sui fatti relativi al docente da loro supportato, essendovi una vertenza in corso. Il Dipartimento tiene tuttavia a ribadire che la procedura di disdetta decisa dal Consiglio di Stato “non è dovuta, come si lascia intendere, al fatto che quest’ultimo avrebbe segnalato situazioni di disagio, bensì ad altre questioni”.

 

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