Ticino
Cassa malati, tra rincari e soluzioni: alcune proposte per contenere i costi
Redazione
2 giorni fa
Si è tenuto sabato a Lugano un evento incentrato sull'aumento dei costi della salute. Sul tavolo sei proposte per ridurre i costi e una sfida urgente: trovare risposte concrete per il futuro del sistema sanitario.

Digitalizzazione per alleggerire il carico amministrativo dei medici, un migliore orientamento della spesa sanitaria e una legge sanitaria: sono alcune delle soluzioni messe sul tavolo durante un evento, promosso dal partito socialista all’USI intitolato “Cara cassa malati”, per contenere l’aumento dei costi della salute. Costi che fanno aumentare i premi di cassa malati, che non accennano a diminuire. Solo nel nostro Cantone nel 2023 sono aumentati del 9,2%, mentre due anni prima del 10,5%.

I punti sui cui intervenire

Le soluzioni sono dunque più impellenti che mai. A elencare sei punti sui quali la politica avrebbe margine d'azione per cercare di contenere i costi della salute il professore USI/SUPSI Luca Crivelli. “La spesa sanitaria è la moltiplicazione tra prezzi e quantità. Possiamo quindi agire in modo separato con delle misure specifiche sui prezzi. Sappiamo che in Svizzera il livello dei prezzi è superiore ai paesi limitrofi. Ma includono per esempio anche il salario degli infermieri. È quindi un tema delicato. Possiamo agire sulla quantità: c'è un 20% delle prestazioni sanitarie che non hanno un valore terapeutico e un beneficio reale per i pazienti. Ma non è facile identificarli. Bisogna quindi avere degli strumenti che permettano di andare in modo mirato su quelli che sono i veri sprechi. La terza modalità è quella di favorire meglio la collaborazione tra i curanti. Oggi il sistema è fortemente disintegrato, decentralizzato. Si parla di modelli di integrazione delle cure che per funzionare hanno bisogno di strumenti di pagamento delle prestazioni più intelligenti. Se vogliamo integrare le cure e pagarle con degli strumenti forfettari, dobbiamo investire molta ricerca per poterli fare in modo corretto”.

Una legge sanitaria

Tra le ricette anche quella della digitalizzazione, per permettere ai curanti di liberarsi dal rendiconto amministrativo delle prestazioni, magari sfruttando di più l’intelligenza artificiale. Inoltre, riuscire ad orientare meglio la spesa sanitaria per ciò che produce effettivamente valore per i pazienti. Non meno importante una legge sanitaria. “La Confederazione pubblica delle bellissime strategie che non hanno nessun valore cogente per i vari attori. L'unico modo è quello di introdurre una legge federale sulla salute, con salute intesa in modo ampio: dobbiamo promuovere anche la salute animale e quella del pianeta. La Confederazione per svolgere questo ruolo, che le competerebbe, deve ottenere nella Costituzione un articolo che le dia le competenze per essere attiva in questo ruolo”.

Verso una “smarter medicine”

Temi ad ampio spettro, in cui c’è margine d’azione. Chi è già all’azione per permettere di contenere i costi è l’ACSI con la sensibilizzazione e l’informazione dei pazienti nella lotta alla sovramedicalizzazione. “Lavoriamo molto sul fatto che il paziente deve essere consapevole e responsabilizzato, ma è un lavoro che non può essere tutto demandato al paziente”, rimarca la presidente Angelica Jäggli. “Il consumatore quando si ammala e diventa paziente è in una posizione di fragilità e non ha le competenze scientifiche. Bisogna che il sistema abbia altrettanta responsabilità nel contenimento dei costi. L'esempio che abbiamo portato oggi è quello della "smarter medicine" , una medicina intelligente, che porta a una riflessione sugli sprechi e sulle cure che non sono necessarie o addirittura dannose”.

La volontà politica

Affinché qualcosa si muova in questo contesto, è però necessaria anche la volontà politica. Che cosa si è mosso nella politica sanitaria nel nostro paese? “Veniamo da un periodo di 5 anni dove a Berna abbiamo esaminato due pacchetti di risparmio di contenimento dei costi”, spiega il consigliere nazionale socialista Bruno Storni. “Siamo partiti da uno studio nel 2017, che è stato alleggerito, e anche i due pacchetti alle Camere hanno subito una cura dimagrante. Non sono dunque molti i risultati concreti che porteranno a una diminuzione dei costi. L'esempio è la questione dei generici: non si è riusciti a introdurre il sistema dei prezzi di riferimento, che era uno dei grossi punti di risparmio previsto da questi pacchetti. Nel frattempo, i costi sanitari sono cresciuti e la politica rincorre”.