Turni massacranti di 11-12 ore; problematiche nella gestione delle pause, dei liberi, delle vacanze; e un atteggiamento autoritario, discriminatorio e aggressivo nei confronti del personale. È il clima di malessere descritto dal sindacato Unia, che denuncia condizioni inaccettabili all’interno del panificio Coop di Castione, culminati in questi giorni con tre licenziamenti e due allontanamenti.
Condizioni inaccettabili
La situazione di malessere sarebbe riconducibile allo stile di conduzione da parte del responsabile, assieme ad alcuni quadri di livello intermedio. Una situazione che negli ultimi mesi ha portato a elevati tassi di malattie, tensioni e partenze di figure storiche. Non solo. Il sindacato segnala anche diversi casi di demansionamento, spostamento dei turni e altre forme di intervento per punire eventuali comportamenti considerati "poco graditi". Infine, il sindacato segnala anche un caso grave avvenuto lo scorso novembre: un operaio ha rischiato di perdere la vita per la pericolosa abitudine, in violazione delle norme di sicurezza, di intervenire senza fermare i macchinari. Stando a Unia, il sindacato ha cercato a più riprese di intervenire, tentando di costruire un dialogo sia con la direzione locale che con quella nazionale, senza però riuscire a invertire la tendenza.
L'intervento dell'Ispettorato del lavoro
Sul caso, riferisce sempre Unia, è pure intervenuto l’Ufficio dell’Ispettorato del lavoro che, in accordo con la direzione nazionale, lo scorso mese di gennaio ha condotto un audit sul clima di lavoro e sui processi di conduzione. I risultati avrebbero dovuto essere presentati lo scorso mercoledì, con i rappresentanti della direzione nazionale di Coop che sono giunti in Ticino. Ma secondo il sindacato i dipendenti del panificio hanno assistito "a una violenta repressione": “licenziamenti all'americana, minacce e militarizzazione del sito produttivo”. Il motivo per cui, secondo il sindacato, non sono stati presentati i risultati è che il sondaggio condotto dall'Ispettorato del lavoro ha fatto emergere "una situazione grave e imbarazzante per il gruppo". Oltre a relativizzare le problematiche del panificio, sono state presentate anche misure definite "inconsistenti, astratte e imprecise" dal sindacato. "La cosa più importante però è che, per stessa ammissione dell'HR nazionale, queste misure non sono state nemmeno ancora valutate da parte dell'Ispettorato del lavoro e pertanto non avrebbero dovuto essere nemmeno presentate”.
I licenziamenti
Infine, quel giorno, è stato pure licenziato del personale. Mentre un dirigente intratteneva le rappresentanze sindacali e del personale fuori dal perimetro aziendale, altri membri della direzione nazionale e regionale si occupavano "della mattanza del personale". Tre dipendenti di 53, 56 e 59 anni, tutti con una lunga esperienza lavorativa in Coop, sono stati licenziati, mentre altri due sono stati trasferiti, ma non si sa ancora dove. "Questi collaboratori, secondo Coop, rendevano difficoltoso il lavoro del management e avevano numerosi provvedimenti disciplinati nel loro dossier", denuncia il sindacato, che parla di falsità. Si trattava di figure "legittimate agli occhi dei colleghi e più critiche di fronte ai numerosi abusi perpetrati in questi mesi dalla dirigenza". Persone che sono state scortate ai loro armadietti e portate fuori dalla centrale "come se fossero dei ladri, senza la possibilità di parlare con i colleghi".