
C’è del disagio tra i docenti della scuola ticinese. Parola della Vpod. Il sindacato vuole rilanciare la discussione attorno alle condizioni di lavoro dei docenti. "I problemi principali che abbiamo individuato sono lo sproporzionato onere lavorativo a carico dei docenti, la crescente precarietà all'interno della scuola e un disagio diffuso tra il corpo docente", elenca Edoardo Cappelletti, neo co-segretario cantonale della Vpod. Il sindacato vuole quindi "una riduzione dell'onere di insegnamento, maggiore facilità nella trasformazione degli incarichi precari in nomine e più trasparenza nell'assegnazione delle ore e delle assunzioni, con la pubblicazione delle graduatorie".
Priorità da definire
Edoardo Cappelletti riassume così le proposte che il sindacato vuole portare all’attenzione del Cantone nella revisione della Legge sul personale. La sintesi è d’obbligo: le richieste avanzate dalla Vpod sono infatti numerose e puntuali. Il sindacato vuole però anche confrontarsi direttamente con i docenti per raccogliere spunti e soprattutto definire le priorità. "A mio avviso - commenta Adriano Merlini, presidente di Vpod docenti - una delle misure fondamentali è la diminuzione degli allievi per classe, soprattutto per il post-obbligatorio". Un programma ambizioso e che sembra anche molto costoso, facciamo notare. "Non necessariamente", replica Merlini. "L'accelerazione delle trasformazioni degli incarichi in nomine non comporta costi supplementari. Altre misure sì, come la diminuzione degli allievi per classe".
50 o 100%
Alcune misure riguardano più specificamente le scuole comunali. I problemi sono analoghi a quelli degli istituti cantonali, ma delle differenze ci sono. In asili ed elementari, gli insegnanti hanno per esempio meno flessibilità sulle percentuali di lavoro. "Noi lavoriamo al 100 o al 50%, non ci sono altre possibilità", spiega Ivana Mora Gianoli, maestra di scuola elementare e membro di comitato di Vpod docenti. "Io ho scelto di lavorare a metà tempo, ma sarebbe stato bello se avessi potuto trovare un accordo con dei colleghi per essere impiegata a una percentuale diversa. Sarei stata più contenta di fare un 70% e un'altra insegnante, magari una giovane mamma, di lavorare al 30%".