!["Centonze nasconde la testa sotto la sabbia"](https://dexter-cdn01.gruppocdt.ch/ticinonews/stories/historical/960x640/d6fe18f0-f909-49c3-bd7e-623155361319.jpg)
La fine della trentennale collaborazione tra OCST e la Emanuele Cenzonze SA (ECSA) di Balerna - decisa da quest'ultima con la rinuncia di un CCL e l'introduzione di un regolamento aziendale - non va giù al sindacato cristiano sociale. In una nota odierna, firmata dal segretario regionale di Mendrisio Giuliano Butti (nella foto), il sindacato ribadisce tutta la sua delusione.
Dapprima il sindacato ripercorre la lunga storia del CCL, in vigore da 35 anni nelle varie società che fanno capo al gruppo ECSA e che scadrà il 31 dicembre: "Evidenziamo che già nel 2012 ECSA notificò la disdetta del CCL, in seguito alla mancata adesione da parte di OCST ad una sostanziale riduzione delle retribuzioni per un’importante categoria di lavoratori. Anche in quell’occasione ECSA intendeva introdurre al posto del CCL un Regolamento aziendale con cui teoricamente riprendere (per quanto e fino a quando non è dato a sapere) i diritti acquisiti in favore dei collaboratori, contemplati nel CCL".
OCST spiega poi che la differenza più marcata tra un CCL e un regolamento aziendale è data dal fatto che quest'ultimo "può essere modificato unilateralmente dal datore di lavoro con più facilità, mentre le modifiche del CCL devono essere discusse e ratificate e approvate dall’assemblea del personale e dal sindacato".
Nel 2012, spiega il sindacato, la disdetta del CCL fu annullata grazie alla solidarietà dei collaboratori e l'intevento dell'Ufficio cantonale di Conciliazione a tutela dei collaboratori, richiesto dal sindacato. "E’ quindi dal 2012 che cova sotto la cenere l’intenzione di ECSA di disdire alla prima occasione il CCL aziendale" sottolinea l'OCST. La cenere si è poi fatta incandescente nel 2015 "in occasione delle dure trattative che si sono svolte per fare fronte alla crisi dell’euro". Ora l'escalation, con la definitiva disdetta del CCL, le cui ragioni non sono assolutamente condivise dal sindacato.
"Tra le varie considerazioni a sostegno, il Gruppo ECSA cita anche la nuova composizione della Commissione del Personale, dimenticando di precisare che è “stata rafforzata e ingrandita a 8 collaboratori eletti da 217 collaboratori votanti” di concerto con il sindacato OCST, che ha partecipato attivamente a tutte le fasi della consultazione elettorale" spiega il sindacato.
"ECSA, ancora una volta, sembra nascondere la testa sotto la sabbia, affermando sorprendentemente che un Regolamento aziendale garantirebbe più di un CCL “pari diritti e pari trattamenti“ commenta OCST. "Si tratta di affermazioni che mistificano la realtà, considerato che il CCL rappresenta l’unico strumento che regola adeguatamente i diritti e i doveri dei collaboratori e dei datori di lavoro. In realtà, negli ultimi mesi, l’allergia del Gruppo nei confronti dei Contratti Collettivi di Lavoro è aumentata, se si considera che ECSA Energy ha riferito nei diversi incontri con il sindacato, che intende opporsi con tutte le forze anche all’entrata in vigore del CCL Nazionale delle Stazioni di Servizio".
Il sindacato si dice inoltre preoccupato visto che la presa di posizione della Centonze SA avviene nella settimana che precede importanti consultazioni popolari su temi che concernono misure destinate ad arginare il fenomeno del dumping salariale. "Una cosa è certa" ribadisce OCST. "Non è rinunciando ai CCL ed introducendo Regolamenti aziendali che si fronteggiano gli abusi. Certe decisioni, oltre a compromettere la posizione dei lavoratori, intaccano anche le regole di un fruttuoso funzionamento dell’economia e di una leale concorrenza tra le imprese".
"E’ un vero peccato", prosegue OCST, "che la ferita del 2012 non si sia rimarginata per la proprietà ECSA e che oggi continui a sanguinare". Ma la preoccupazione principale concerne il personale, il quale, "a lungo termine potrebbe subire gravi ripercussioni, se la scellerata decisione di rinunciare al CCL diventasse definitiva".
"I lavoratori di ECSA SA sono consapevoli che, come nel 2012, hanno diritto di avvalersi di tutti gli strumenti che la legge consente per difendere il CCL, in particolare, chiedendo l’intervento dell’Ufficio Cantonale di conciliazione. Per questo prossimamente sono previsti diversi incontri e consultazioni di carattere sindacale" annuncia OCST.
"La decisione di ECSA" conclude OCST, "dimostra che ha prevalso la volontà di affermare “il padrone sono io e voglio dimostrare a tutti che comando io”. Quattro anni fa i fatti hanno dato torto al Gruppo e questa volta verosimilmente sarà lo stesso".
Per questo motivo il sindacato invita la proprietà a ritornare sulla "strada del buonsenso" e del "rispetto nei confronti dei lavoratori".
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