La situazione di Sintetica, la più antica azienda farmaceutica in Ticino che impiega 300 dipendenti su due siti produttivi a Mendrisio e nel Canton Neuchâtel, preoccupa il granconsigliere Maurizio Canetta (Ps-Fa-Giso), autore di un’interrogazione in proposito al Consiglio di Stato. L’azienda, si legge nell’atto parlamentare, “sta vivendo momenti tormentati sul piano del personale e su quello della proprietà”. A testimoniarlo “i cambiamenti a livello di management (il Ceo è stato sostituito ed è arrivato il francese Hubert Puech d’Alissac), i licenziamenti (una dozzina a fine 2023 per un “riorientamento strategico”, un’altra trentina nei primi mesi del 2024) per i quali c’è stato un intervento sindacale, e l’arrivo di un gruppo di consulenti italiani specializzato in ristrutturazioni aziendali, che significa di solito riduzione del personale”.
La multa a Teva
Nel frattempo, prosegue Canetta, è giunta la notizia di una multa da 462 milioni di euro inflitta alla multinazionale farmaceutica Teva per aver abusato della sua posizione dominante al fine di ritardare la concorrenza al suo farmaco di punta per il trattamento della sclerosi multipla, Copaxone. Il comportamento scorretto dell’azienda è stato riscontrato dalla Commissione Europea in diversi paesi, tra cui anche l’Italia per il periodo tra il 2015 e il 2021. Il General Manager di Teva Italia in quegli anni era Hubert Puech d’Alissac, che nel 2022 è stato salutato dalla multinazionale, poiché andava in pensione dopo dieci anni di attività. “Ma sappiamo che la sua pensione è durata poco, dal momento che è diventato Ceo di Sintetica nel febbraio del 2024”. Interrogata da la Regione su questa fattispecie, l'azienda ticinese ha fatto sapere che “la multa è stata inflitta a Teva Europa. Nessuna eventuale responsabilità è in qualche modo riferibile al nostro amministratore delegato. Non sussiste quindi rischio alcuno che vi siano ripercussioni di qualsiasi natura per Sintetica.”
La cessione
Nel 2019, ricorda ancora il parlamentare socialista, Sintetica è stata venduta dai suoi proprietari privati a un fondo di "private equity" francese: Ardian. La cifra di vendita non è nota. L’operazione "è stata effettuata tramite un pool di banche e il meccanismo costruito per l’operazione ha probabilmente contemplato l’attivazione di un 'leveraged bayout', strumento finanziario altamente aggressivo e rischioso". Uno strumento "che di fatto scarica direttamente sull’azienda una significativa parte dei costi della compravendita". Dopo l’acquisizione, il debito nei confronti della banca (o delle banche) viene iscritto nel bilancio dell’impresa acquisita oppure di una società intermediaria. Ciò significa, in sostanza, "che l’impresa si autoacquista. Il nuovo proprietario si sottrae a qualsiasi rischio di impresa; il debitore è la società acquisita, che deve pagare gli interessi e rimborsare il prestito". Il peggio che possa capitare all’investitore "è di non realizzare un profitto in caso di vendita successiva. Gli istituti finanziari che concedono prestiti con effetto leva ('leveraged loans') si espongono invece a rischi considerevoli".
Le domande
Canetta chiede quindi al Consiglio di Stato se BancaStato è tra i creditori di Sintetica e, se sì, quali garanzie ha rispetto alla propria esposizione. Inoltre, se nell’ambito dell’acquisizione di Sintetica è stato fatto uso dello strumento del "leveraged buyout", “BancaStato ne era al corrente?” Si domanda inoltre se Sintetica è al beneficio di aiuti statali e, nel caso di una risposta affermativa, come intende tutelarsi il Governo rispetto a questi importi, “viste le difficoltà manifestate dall’azienda”. Non solo: Canetta vuole anche sapere se il Governo è consapevole dell'importanza di Sintetica e delle conseguenze che un suo indebolimento potrebbe avere per la sanità ticinese, così come “dell’alto grado di rischio” che comporterebbe per l’intero tessuto imprenditoriale ticinese l’adozione diffusa di “strumenti finanziari aggressivi quali il 'leveraged bayout'”. Infine, si domanda quali misure l’Esecutivo immagina di poter adottare per proteggere “una porzione così importante dell’attività economica cantonale”.