
Al più tardi l’11 maggio i cardinali si riuniranno in conclave per eleggere il prossimo papa. Un momento altamente simbolico per la chiesa cattolica, fatto di procedure, liturgie e rigidi divieti. Ma che Papa uscirà dal conclave? Verrà da lontano o sarà di casa a Roma? Un conservatore o un innovatore? Un politico o un religioso? Sono queste le domande che dominano il “totopapa”, Ticinonews si è fatti aiutare dal rettore della Facoltà di Teologia di Lugano René Roux con un’intervista. “Effettivamente sarà un po' una sorpresa penso per tutti, è una situazione inedita. Intanto in questi giorni ci sono ancora i momenti di celebrazione per il lutto di Papa Francesco, ma sono di fatto anche già giorni di lavoro, perché i signori cardinali hanno già cominciato ad arrivare a Roma, ed approfittano di questi giorni anche per parlare tra di loro, per riflettere sulla situazione e per conoscersi meglio”, ci spiega Roux, il quale ha proseguito dicendo che nella sua strategia di governo della Chiesa, Papa Francesco in qualche modo “ha voluto dare, in maniera ancora più chiara, il tocco della cattolicità e dell'universalità, scegliendo personalità che fossero rappresentanti di tutti gli angoli del pianeta. Quindi non solo vescovi che fossero a capo di chiese particolarmente importanti, come voleva la tradizione, ma sembra sia andato a scegliere anche persone che erano espressione di situazioni di periferia, di confine, come lui amava dire. E quindi è chiaro che ci sarà anche un momento di conoscenza”. Per quanto riguarda il numero dei cardinali, “credo sia il più alto della storia fino ad oggi. Vedremo quindi che succederà”.
L'intervista
Viviamo un periodo particolarmente teso, sia politicamente
che economicamente, a livello mondiale. Quanto sarà difficile per la Chiesa cattolica
trovare il Papa adatto?
“Immagino che i cardinali avranno in mente, innanzitutto, una
figura che sia di tipo religioso, cioè una figura che sia davvero
rappresentante capo della comunità cattolica. È anche vero, però, che per la situazione
globale in cui ci troviamo, così come per il ruolo numericamente prominente di
questa tradizione, la figura dei Papi ha sempre avuto un ruolo che è andato
oltre il semplice limite di quella che è la propria confessione religiosa. Sono
diventate dei richiami morali per tutti, ben oltre i limiti della chiesa cattolica.
Quindi è chiaro che ci si attende anche adesso che il futuro Papa possa
continuare ad avere una voce profetica, soprattutto una voce a difesa di quegli
ultimi di cui, altrimenti, nessuno si occuperebbe. Questa è sicuramente una
speranza di molti, e non solo all'interno della Chiesa cattolica”.
Francesco è considerato un riformatore, ma nella Chiesa c'è
anche una corrente conservatrice. Chi avrà più peso?
“In questo senso ritengo sia forse necessario togliere una
mistificazione, ovvero il fatto che in realtà le riforme di Papa Francesco erano
già state iniziate dal suo predecessore. Quindi c'è un cammino di rinnovamento
della Chiesa che è continuato, che è andato avanti sotto Papa Francesco e che,
penso, continuerà anche in futuro. Ovviamente in alcuni contesti la difficoltà risiede
nel fatto che la Chiesa non è unita sotto alcuni aspetti, come ad esempio il ruolo
delle donne. Se la Chiesa fosse soltanto nell'Europa occidentale, probabilmente
la questione sarebbe già risolta. Ma non è così. La Chiesa è nel mondo interno,
e ci siamo accorti che su alcune tematiche sociali ci sono posizioni all’interno
della Chiesa che non sono ancora pienamente armonizzate. Quindi la domanda è:
dobbiamo forzare la mano sulla base di una società occidentale - che sempre ha
voluto comandare - o dobbiamo aspettare, almeno in questo settore religioso,
che tutti quanti raggiungano lo stesso passo? Questa è una domanda davvero difficile,
e confesso che nemmeno io saprei cosa auspicare”.
La Chiesa nella sua storia ha avuto la stragrande
maggioranza di Papi italiani. Gli ultimi tre sono invece arrivati dall'estero. Immagina
che si vada ancora lontano, o l'Italia reclamerà il suo ruolo di terra dei
Santi Padri
“Non saprei. Il Papa è il vescovo di Roma, quindi che il
vescovo di Roma possa essere un romano o un italiano potrebbe sembrare una cosa
normale. È anche vero, però, che il Papa, come capo di tutta la Chiesa cattolica,
ha una funzione che va oltre quella che è la diocesi della città di Roma. E questo
è logico. Per secoli, forse, non eravamo abituati ad avere Papi stranieri, e
ultimamente ne abbiamo avuti. Quindi anche questa volta potrebbe venir nominato
un altro straniero, ma sicuramente non rispetto alla Chiesa. Gli occhi di tutto
il mondo sono puntati su Roma, sulla Chiesa cattolica”.