
Amarezza e incredulità. Sono queste le emozioni predominanti a Sessa per la definitiva chiusura della scuola elementare decisa dal Municipio di Tresa. A partire dal prossimo anno scolastico, tutti gli allievi e i docenti nominati frequenteranno l'istituto Lüsc di Croglio. “È stata una scelta difficile e sofferta, perché non è semplice prendere queste decisioni”, afferma ai microfoni di Ticinonews la vicesindaca e capodicastero Formazione Margherita Manzini. “Il Municipio ha però la responsabilità di decidere per il meglio di tutti i suoi cittadini”.
Scelta la "variante 2"
E così, a causa del calo degli allievi, della necessità di una maggiore stabilità didattica, ma anche in virtù di un risparmio finanziario stimabile in 150mila franchi all'anno, si è optato per la cosiddetta “variante due” invece della tre, inizialmente prediletta e preferita anche dalla stessa vicesindaca. “In principio, l’Esecutivo aveva fatto una riflessione sull’opzione di separare i due cicli: il primo a Sessa e il secondo a Croglio, proprio per mantenere e rafforzare le due sedi”, precisa Manzini. “La soluzione è stata però contrastata con una raccolta firme e una manifestazione”.
Lavagetti: "Si è voluto mantenere uno 'status quo'"
Sarebbe stato quindi proprio il malcontento popolare a far scartare la possibilità di trasferire solo una parte degli alunni a Croglio. “Scegliendo questa variante, il Comune va proprio contro quella che è la volontà popolare, viste anche le firme raccolte”, lamenta Andrea Lavagetti del Gruppo SOS Scuole comunali. “La maggioranza del Consiglio comunale si è espressa a favore di questo ‘status quo’. Sembra che abbiano deciso di andare avanti per la loro strada”. Uno 'status quo' invocato da Lavagetti, ma non contemplato dal Municipio – “sarebbe stata una non decisione”, ci è stato spiegato –, così come è stata scartata un'ulteriore variante proposta dalla commissione di quartiere di Sessa che prevedeva di riorganizzare gli allievi per territorio. “La separazione per quartiere porta alla stessa problematica”, rileva ancora Manzini. “Si rafforza magari una sede per indebolirne un’altra, perché si spostano dei bambini da una struttura all’altra indistintamente dall’età”.
Verso un ricorso al Consiglio di Stato?
Nonostante la doccia gelata, a Sessa non sembra però esserci l'intenzione di gettare la spugna. Vi è infatti la possibilità di ricorrere al Consiglio di Stato. “Faremo tutto il possibile per difendere la nostra scuola e il quartiere. Dobbiamo agire per il bene del comune. Abbiamo la fiducia della popolazione nel portare avanti questa nostra causa e faremo il possibile, anche se dobbiamo ancora capire in che modalità. Nelle prossime ore ci siederemo a un tavolo per discutere su come proseguire”, conclude Lavagetti.