Ticino
Chiusura della Casa dello Studente? Il SISA: "Un grave ostacolo all’accesso all’istruzione"
Redazione
un giorno fa
Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti rileva "con preoccupazione" l’assenza di un’alternativa concreta alla struttura bellinzonese. "Si rischia di ampliare ulteriormente il divario tra gli allievi residenti in aree urbane e quelli che vivono in zone più isolate".

Una “ferma opposizione” alla decisione di chiudere la Casa dello Studente al termine dell’anno scolastico 2024-2025. È quella espressa dal Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) in una missiva inviata al Consiglio di Stato. “Riteniamo che tale provvedimento costituisca un grave ostacolo all’accesso all’istruzione per gli studenti provenienti da zone periferiche e con limitate risorse economiche”, si legge nel documento, che è firmato anche da organizzazioni politiche, giovanili e studentesche, e dai genitori degli allievi che alloggiano presso la struttura. Struttura “che ha storicamente svolto un ruolo fondamentale nel garantire pari opportunità di formazione ai giovani ticinesi, specialmente dopo la chiusura dell’analoga casa a Lugano”.

La mancanza di alternative

I firmatari rilevano “con preoccupazione” l’assenza di un’alternativa concreta alla chiusura della Casa dello Studente. Già in passato, la Commissione della Gestione del Gran Consiglio aveva esortato l’Esecutivo cantonale a individuare una nuova sede, con la possibilità di fruire della refezione (colazione e cena) e di una sorveglianza per i minorenni, per la struttura di Lugano. Raccomandazione che a distanza di dodici anni “pare essere ormai caduta nel vuoto”. La mancata predisposizione di un piano sostitutivo “rischia di ampliare ulteriormente il divario tra gli allievi residenti in aree urbane e quelli che vivono in zone più isolate”. Una situazione “confermataci proprio dai genitori degli studenti che risiedono presso lo stabile bellinzonese, i quali si sono detti preoccupati per la sistemazione dei loro figli a partire dal prossimo anno scolastico”.

Le proposte

Le motivazioni di carattere finanziario addotte riguardanti la parziale occupazione delle camere negli ultimi anni e il relativo disavanzo sono ritenute "deboli" dai firmatari. È infatti necessario sottolineare "che il fine primario della Casa dello Studente non è certo il profitto, bensì il servizio pubblico al fine di sopperire a esigenze anche di carattere sociale”. Inoltre la retta annuale – pari a 6’300 franchi – "rappresenta un onere significativo per molte famiglie, con conseguente possibile riduzione degli iscritti”. Invece di chiudere la struttura “sarebbe quindi opportuno valutare misure alternative, non da ultimo la riduzione delle rette o perlomeno un potenziamento del sistema di borse di studio, per incentivare una maggiore adesione”.

Il tema del trasporto pubblico

Neppure la giustificazione basata sulla capillarità e sulla frequenza dei trasporti pubblici convince le associazioni. Pur riconoscendo gli importanti miglioramenti in questo ambito, “non si può scordare che due anni fa il Cantone ha ridotto i contributi destinati al trasporto pubblico con un taglio di 5 milioni, mentre le tariffe degli abbonamenti hanno subìto aumenti significativi pari al 20%”. In altre realtà svizzere, come Ginevra, “sono stati invece adottati modelli virtuosi che prevedono la gratuità dei mezzi di trasporto per i ragazzi fino ai 25 anni, favorendo così una mobilità sostenibile e accessibile”.

Le richieste

In conclusione, si chiede Consiglio di Stato di riconsiderare la decisione e di adottare misure che garantiscano soluzioni abitative per gli studenti fuori sede. La scelta del percorso formativo “deve basarsi sugli interessi e sulle aspirazioni dei giovani, e non essere determinata da ostacoli logistici ed economici”.

 

 

 

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