
Un'altra testimonianza arriva dal terribile terremoto, di magnitudo 7.7, che ha colpito il centro del Myanmar e che è stato percepito fortemente anche in Thailandia e in Cina. Terremoto il cui bilancio delle vittime è salito ormai a 1644, secondo l'ultimo bollettino delle autorità. Dario Capolongo, domiciliato a Lugano, si trovava a Bangkok con la moglie quando ha sentito gli effetti del sisma. “Ero disteso comodamente a letto dal 12esimo piano quando iniziamo a percepire dei rumori…”, ci racconta, mentre era arrivato all’hotel da appena un’ora. “Ticchettii in progressione sempre più forti unitamente ad anomale vibrazioni tali da scuotere tutti gli oggetti in camera quasi come trovarsi in barca a vela alle prese con la traversata oceanica in balia della furia del mare. Non c’erano dubbi, guardo mia moglie e le dico: è un terremoto, usciamo immediatamente!”
Attimi che sembrano un’eternità
La coppia, che si trova in viaggio tra Cambogia e Bangkok, decide dunque di recarsi in strada, come tanti altri, terrorizzati dalla situazione. Attimi che sembrano un’eternità descrive Capolongo. “Tempo di realizzare la serietà della situazione che si apre una crepa dalla porta d’ingresso della camera. Non c’è un secondo da perdere, lascio tutto in camera soldi, cellulare e ci precipitammo in corridoio dove altre due crepe ai lati si fanno largo, spinte da forze sismiche lontane ma che in quel momento le senti sotto i tuoi piedi. È un po’ come correre in un castello di carta che da un momento potrebbe sbriciolarsi… il tutto sarà durato non più di 30 secondi, ma in quel momento sembrava un’eternità”, racconta Capolongo, che ci allega le immagini dell'albergo con i chiari segni lasciati dal sisma.
Urla e crisi di panico
Mentre scendono le scale dell’albergo, Capolongo e la moglie si imbattono in altri turisti in preda al panico. “Raggiungiamo le scale di emergenza ed iniziamo a scendere il girone dantesco della salvezza per circa 12 piani tra le urla dei clienti e crisi di panico. Tanto è stata la velocità della discesa in senso orario che al piano terra siamo disorientati come due scolaretti dopo una lunga sessione di girotondo, ma non è né un gioco né una avventura. È la maratona della vita alla ricerca di un luogo aperto e sicuro in quel preciso momento, non pensi ad altro”.
Migliaia di persone impaurite in strada
Quando finalmente raggiungono la strada, “tutto assume un contesto surreale con migliaia di persone impaurite ed incredule”, racconta ancora Capolongo. Un’esperienza che non dimenticherà tanto preso. “Il ricordo di quei rumori funesti e macabri di cemento che si sgretola, di attriti e cigolii del parquet, carta da parati che si squarcia quasi a urlare la fragilità della materia sembra ormai un triste ricordo…La natura è implacabile ed imprevedibile, non lo dimenticheremo mai”.