Ticino
Cinghiali a Morbio Inferiore, Stampanoni: “Difficile mettere in atto dei sistemi di cattura”
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Redazione
7 ore fa
Gli abitanti di Morbio Inferiore sono alle prese con i danni causati dai cinghiali, una problematica nota al Comune e al Cantone, che stanno monitorando la situazione in attesa di capire se introdurre misure più incisive. Ma anche la popolazione è chiamata a fare la sua parte.

Lo abbiamo riferito ieri: la presenza dei cinghiali sta destando apprensione tra gli abitanti di Morbio Inferiore, dove questi ungulati hanno arrecato numerosi danni a campi, prati e perfino giardini. “Da circa un mese riceviamo segnalazioni dai singoli cittadini, che vengono poi trasmesse all’Ufficio caccia e pesca, il quale sta monitorando la situazione”, afferma a Ticinonews la sindaca Claudia Canova. “Il nostro auspicio è che, qualora il quadro andasse fuori controllo, l’ufficio possa intervenire con delle misure maggiori”. E fra queste misure maggiori vi è innanzitutto l'abbattimento degli ungulati, come si è proceduto a fare negli scorsi giorni sopprimendo un cinghiale di grosse dimensioni. Agire in modo puntuale, specie nelle zone abitate, è tuttavia complicato spiega Andrea Stampanoni, collaboratore scientifico proprio dell’Ufficio caccia e pesca. “Noi operiamo su larga scala, sulla popolazione di cinghiali. È la specie su cui si apporta la più forte pressione venatoria in Ticino, e questa negli ultimi mesi è stata ulteriormente intensificata vista la peste suina africana. Per questo abbiamo chiesto all'Ufficio federale dell'ambiente di stralciare il periodo di protezione federale della specie, così da poter continuare a oltranza con la caccia".

Le trappole per i cinghiali

Il Cantone sta però testando anche una misura alternativa: delle reti che fungono da trappole. Ma anche questa soluzione, oltre a non fare l'unanimità nell'opinione pubblica, non può essere la panacea di tutti i mali. “Sono dei sistemi di cattura molto difficili da mettere in atto, poiché ingabbiare degli animali selvatici non è semplice, visto che non si fidano di queste strutture. Sono strutture che devono essere messe nei boschi con molti mesi di anticipo, così che gli animali possano 'familiarizzarci. Sono a quel punto potrebbero diventare efficaci", continua Stampanoni. E se lo Stato si occupa della gestione attiva, il cittadino può comunque mettere in atto alcune semplici, ma efficaci misure per evitare di ritrovarsi con il giardino cosparso di buche e zolle causate dalla selvaggina. “Da un lato, non foraggiarla volontariamente mettendo del cibo a disposizione, come con scarti da cucina, rifiuti verdi, o il mangiare dell’animale domestico. Al di là di questo vi è anche la protezione fisica: una recinzione efficace, come ad esempio una rete metallica o la classica recinzione elettrificata”.