La Volata
Clima, ecco la ricetta dei cinque candidati ticinesi agli Stati
Redazione
10 mesi fa
Ticinonews presenta le interviste ai cinque candidati ticinesi alla Camera alta in cui Regazzi, Farinelli, Mirante, Chiesa e Gysin daranno la loro ricetta su cinque temi di attualità.

Il tema della migrazione ha lanciato la volata di Ticinonews al ballottaggio per l'elezione dei rappresentanti ticinesi al Consiglio degli Stati. Questa sera si parla di clima.  Scioglimento dei ghiacciai, temperature in costante aumento, eventi atmosferici estremi, città invivibili. In che modo la politica svizzera deve affrontare il cambiamento climatico? Ecco le ricette di Fabio Regazzi (Centro), Alex Farinelli (Plr), Amalia Mirante (Avanti con Ticino&Lavoro), Marco Chiesa (Udc) e Greta Gysin (Verdi e Ps).

Chiesa: "L'approvvigionamento energetico deve essere sicuro e finanziariamente sostenibile"

"Il nostro Paese non potrà mai influire sul cambiamento climatico. Le emissioni della Svizzera rappresentano lo 0.1% di quelle mondiali. Certo, possiamo fare delle buone cose per il nostro ambiente, per il nostro clima. E lo abbiamo già deciso con gli investimenti a livello di fotovoltaico. Non possiamo dimenticare che l'approvvigionamento energetico deve essere sicuro e anche finanziariamente sostenibile. Per quello necessitiamo di un mix di energie che ci permetta di non dipendere dalla Francia, a livello nucleare, o dalla Germania. Quest'ultimo paese, ricordo, ha puntato tutto sull'energia rinnovabile, ma oggi si ritrova ad aprire le centrali a carbone. Così non funziona, non è questo il futuro che vorrei per la Svizzera".

Mirante: "La politica deve concentrarsi sulle conseguenze negative del cambiamento climatico"

 "Purtroppo fino a oggi la politica si è concentrata esclusivamente sul fronte delle emissioni. Queste, a livello mondiale, rappresentano lo 0.1%, quindi anche se le azzerassimo non daremmo alcun contributo al cambiamento climatico. La politica deve concentrarsi sulle misure che servono a proteggere territorio, cittadini ed economia dalle conseguenze negative del cambiamento climatico. Concretamente: vediamo che aumentano i rischi di frane, scoscendimenti, dobbiamo investire per tutelare le nostre infrastrutture, le nostre abitazioni. Bisogna chiedere di mettere in atto quelle misure che hanno una ragione d'essere e che servono veramente".

Farinelli: "Bisogna rendere più indipendente la Svizzera"

"Il cambiamento climatico è in realtà una questione di transizione energetica. Secondo me, il nostro obiettivo deve essere quello di rendere più indipendente la Svizzera, che oggi invia all'estero circa 8 miliardi di franchi all'anno per acquistare idrocarburi. È molto meglio investire questi soldi nel nostro Paese, sviluppare le energie rinnovabili, sviluppare quello che è il risparmio energetico. Questo ci rende più forti, meno dipendenti dalle oscillazioni di prezzo, quindi sarebbe un vantaggio per la popolazione e per l'economia in generale. Il cambiamento climatico è l'occasione per cambiare il modo con cui ci approvvigioniamo dal punto di vista energetico. Lo dobbiamo fare investendo all'interno della Confederazione".

Gysin: "Dobbiamo limitare le emissioni e adeguarci ai cambiamenti climatici"

"Il clima è la sfida più grande dei nostri tempi. È la sfida che non possiamo permetterci di perdere. Il tema va affrontato con molta più decisione e con molto più coraggio. Bisogna limitare le emissioni, quindi ridurre anche la nostra dipendenza dall'estero e ridurre l'inquinamento che attanaglia diverse regioni del Ticino, in particolare il Mendrisiotto. Ma si deve anche fare di più per adeguarsi ai mutamenti climatici che sono già in corso. Dobbiamo rendere le nostre città più vivibili anche in situazioni di canicola, quindi aumentare i punti d'acqua e il verde urbano. Se non lo facciamo avremo dei problemi, quindi bisogna fare di più sia per limitare le emissioni, sia per adeguarsi ai cambiamenti climatici".

Regazzi: "La chiave sta nell'innovazione"

"Il cambiamento climatico è un dato di fatto e va riconosciuto. Contemporaneamente va però anche relativizzato quello che è il ruolo e la possibilità della Svizzera di incidere su questo fenomeno. La Confederazione emette lo 0.1% delle emissioni a livello planetario, per cui è irrealistico e illusorio pensare che da solo il nostro Paese possa cambiare le dinamiche climatiche. Credo che la vera chiave sia quella dell'innovazione, non certo quella delle tasse. Ci vuole buon senso, servono equilibrio e ragionevolezza per non penalizzare inutilmente piccole-medie imprese e famiglie".

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