Ticino
Coleottero giapponese, catturati 2 milioni di esemplari grazie al monitoraggio
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Redazione
2 mesi fa
Il monitoraggio cominciato a giugno e finito pochi giorni fa mostra un aumento dell’insetto nella nostra regione. Il Cantone vuole coinvolgere nella sua strategia di lotta anche i privati.

La popillia, altresì conosciuto come coleottero giapponese, ha fatto capolino alle nostre latitudini ormai qualche anno fa e da allora, non solo non se ne è più andato, ma si è espanso sempre di più, intaccando in particolare i vigneti, ma anche i campi da calcio e i giardini del nostro cantone. “La presenza è in leggero aumento laddove abbiamo un monitoraggio intensivo, quindi nei Comuni più colpiti, che sono in lotta attiva con il trappolaggio", spiega ai microfoni di Ticinonews Cristina Marazzi, responsabile del Servizio fitosanitario cantonale. In queste regioni "c’è una lieve tendenza all’aumento, ma non ci sono quelle situazioni esplosive riscontrate nei Comuni in cui il monitoraggio intensivo è al primo anno, oppure è assente”.

Coinvolgere i privati

Il monitoraggio infatti era cominciato con i comuni di Mendrisio, Morcote, Novazzano e Stabio, a cui se ne sono aggiunti sei lo scorso anno e altri quattro quest’anno, ampliando la zona anche al Malcantone. E grazie alle trappole sono stati catturati due milioni di insetti. Fondamentale dunque la collaborazione con i Comuni, ma il Cantone vuole allargare il raggio d’azione anche ai privati. “Se vogliamo fare un passo ulteriore nel contenimento, dobbiamo effettivamente coinvolgere i privati e magari mettere ancora più trappole a seconda della disponibilità", prosegue Marazzi. "Occorre responsabilizzare di più le persone, che già stanno facendo tento, e creare proprio una rete di informazioni per sapere come comportarsi nei giardini”.

La strategia da adottare

È un equilibrio instabile però quello delle trappole per i coleotteri giapponesi. “Qualcuno potrebbe chiedersi perché non si vada nelle zone umide frequentate da questo insetto, per mettere tante trappole in attesa che arrivi. Non possiamo farlo proprio perché sono talmente attrattive che farebbero semplicemente da catalizzatore nell'attirare la popolazione ancora più rapidamente di quanto non stia già accadendo con la diffusione attiva”, precisa Marazzi. Motivo per cui, sul piano di Magadino, dove si è riscontrata una presenza al momento contenuta, non si può intervenire preventivamente. Anche gli insetticidi non sono la via scelta dal Cantone. “Utilizzando un insetticida contro la popillia si andrebbe probabilmente a colpire anche i potenziali predatori". Quello che è importante fare "è agire noi come nemico naturale, attualmente il più efficace, per lasciare il tempo anche alla fauna locale di abituarsi a questa presenza e magari fornirci un aiuto”.