
Perché fa notizia una foto in discoteca? Perché una donna viene criticata per il suo abbigliamento o per chi l’accompagna? Sono domande che i giudici destituiti Francesca Verda Chiocchetti e Siro Quadri pongono in una presa di posizione pubblicata su laRegione, rispondendo alle polemiche sollevate in particolare da esponenti politici nei programmi di TeleTicino. I due giudici ripercorrono il cammino dei diritti fondamentali in Svizzera, sottolineando che la Costituzione federale e quella ticinese sanciscono l’uguaglianza e le libertà personali. "Ora, i più alti garanti dei diritti fondamentali sono i giudici. Essi devono poter godere degli stessi diritti che tutelano, altrimenti non sarebbero in grado di giudicare con serenità". Impedirlo, secondo loro, equivarrebbe a negare la nostra cultura giuridica e democratica.
"Falsi moralismi, ciechi pregiudizi"
Per Verda Chiocchetti e Quadri, la politica ticinese del 2025 dimostra una visione arretrata: si sentono ancora discorsi secondo cui un giudice non dovrebbe avere una vita privata pubblica o esprimere la propria individualità. "Si vuole imporre un codice etico inesistente e appellarsi a una presunta inopportunità, senza basi legali". Ancora più grave è il paragone tra la loro foto e un caso di molestie, in cui un giudice inviò immagini oscene a una subalterna. "Le due situazioni sono imparagonabili", dichiarano, accusando una parte della stampa di diffondere concetti patriarcali e discriminatori. Infine, i due magistrati ribadiscono il principio fondamentale sancito dalla Costituzione: "Fa ciò che desideri, purché non nuoccia alla libertà altrui".