“È ragionevole effettuare delle compensazioni a fondo perso utilizzando il patrimonio di Ipct quando quest’ultimo è inferiore a quanto richiesto dal cammino di risanamento?". Lo chiedono i deputati Omar Balli e Boris Bignasca (Lega) in una lunga interrogazione al Consiglio di Stato. "Ipct ha pubblicato i conti annuali 2023: a fine 2023 risulta un grado di copertura del 64.8%. Questo grado di copertura è nettamente inferiore all’obiettivo previsto per fine 2023 (secondo il piano di finanziamento del 2012 72% e secondo il piano di finanziamento del 2022 67.7%)". I granconsiglieri ritengono inappropriata l'intenzione dell'Ipct di devolvere ulteriori compensazioni ai propri assicurati, oltre a quelle votate dal popolo in giugno, per un importo di 293 milioni di franchi, "attingendo al proprio patrimonio". "A quanto ammonta la probabilità di raggiungere l’obiettivo dell’85% (di copertura, ndr) nel 2052 con il grado di copertura al 31.12.2023?", chiedono Balli e Bignasca.
"Servono meccanismi correttivi"
"Notiamo che, anche non elargendo i CHF 293 milioni di compensazioni Ipct (quindi eliminando tale passività a bilancio e destinando l’importo al miglioramento della situazione finanziaria di Ipct), il grado di copertura di Ipct risulterebbe inferiore all’obiettivo prefissato per il 2023 (il grado di copertura passerebbe a 67.3%, inferiore ai 67.7% previsti)", scrivono i deputati leghisti. "Ci sembra dunque evidente che Ipct non possa permettersi tale spesa supplementare (non obbligatoria) senza dei meccanismi correttivi". Balli e Bignasca chiedono: "a quanto ammonta la probabilità di raggiungere l’obiettivo dell’85% nel 2052 con il grado di copertura al 31.12.2023, eliminando le summenzionate compensazioni? Come valuta il CdS l’azione di Ipct di spendere dei soldi a fondo perso quando il patrimonio è inferiore a quanto in media necessario?".