
Anche quest’anno l’Ufficio Federale di Statistica ha pubblicato il censimento degli abitanti dei comuni svizzeri. Come di consueto, c’è chi scende e c’è chi sale. Tra i comuni ticinesi non sono mancate le sorprese. Arbedo-Castione mostra un aumento vicino al 20% rispetto al 2010. Anche Lumino mostra un’evoluzione simile. Tra le località più attrattive spicca Cadenazzo, che ha fatto registrare un aumento del 30% sul numero di abitanti nell’ultima decina d’anni.
I motivi di questa crescita
Secondo il vicesindaco di Cadenazzo Renzo Marielli, uno degli ingredienti del successo del comune sta nella sua posizione strategica. “Sicuramente non è per la zona del sole (ride). Ma siamo un po’ al centro del Cantone, ben serviti dalla ferrovia e dall’autopostale. Nelle vicinanze ci sono inoltre tutti i negozi ed è molto comodo per le persone. C’è stato poi un forte aumento di nuovi insediamenti, sia per quanto riguarda le palazzine, ma anche per l’arrivo di nuove ditte in zona industriale. L’ultima arrivata è una grossa azienda che ha fatto investimenti per 35 milioni e ha portato qualche posto di lavoro in più”.
Un continuo saldo positivo
Il risultato è frutto di un apporto continuo di abitanti, con un saldo positivo sommato sugli anni. “C’è sempre un saldo attivo, ogni anno arrivano 70-80 unità in più. A fine luglio siamo 3’193”. Un aumento di abitanti che comporta anche la necessità di adeguare i servizi, come la scuola. “L’arrivo di nuove famiglie ci fa prevedere un risanamento delle scuole elementari nei prossimi anni. Sarà una spesa molto alta, con il rifacimento delle palestre. Si tratta di milioni di investimenti, che dovremo calibrare bene". Non si parla solo di scuola però. Il Municipio auspica anche nuove misure per la mobilità, come il raccordo A2-A13, di cui si discute da tempo. “È una speranza che ho. È più di 40 anni che ne sento parlare. Spero che prima che muoia vedo realizzarsi questo collegamento".
I comuni che si spopolano
Non ci sono solo però comuni che crescono di effettivo. Ce ne sono altri che devono far fronte ad uno spopolamento, a volte anche duraturo. È il caso di alcune località nella fascia di confine, che comprende Breggia, Morbio Inferiore, Balerna, Novazzano e Chiasso. Quest'ultima, tra il 2010 e il 2022, ha perso il 4% dei suoi abitanti. Se la maggior parte dei comuni a Sud del Cantone – compresi i vicini Vacallo e Castel San Pietro – guadagnano residenti permanenti, la zona di frontiera è vittima di un’emorragia che dura da quasi un decennio. Abbiamo parlato col sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni per capire meglio il fenomeno. "Prima c'è stata una lotta per i permessi B. Ci sono stati diversi controlli: è stato notificato che alcune persone non rimanevano tutta la settimana e molte hanno perso il permesso, tornando a fare i frontalieri. Il secondo dato è che dal 2010 fino al 2020 molte giovani famiglie hanno acquistato o costruito una propria casa. Qui a Chiasso non c'è molto territorio per questo tipologia di costruzione e molte famiglie hanno preferito andare altrove. Il terzo, che secondo me è il più importante, è la problematica legata al traffico. Molte persone che trovano lavoro nel Luganese o Bellinzonese preferiscono trasferirsi in quanto il traffico è divenuto molto complicato e si perde molto tempo".
Invertire il trend
Il municipio chiassese punta su due fattori principali per invertire la tendenza ed attrarre nuovi abitanti. "Il primo fronte, che è in atto già da diversi anni, è la riqualifica dei nostri quartieri, come quello di via Soldini, che ha attirato qualche famiglia", prosegue Arrigoni. "Il secondo paramento su cui stiamo lavorando è di attirare nuove attività, soprattutto nel tecnologico. La nostra posizione geografica vicino a Milano e soprattutto il fatto che si eviti il traffico verso Lugano, ha fatto che si che attività, soprattutto nel terziario, si stanno spostando sul nostro territorio”.
Controtendenza l’anno scorso
Nel 2022, al contrario degli anni precedenti, i residenti a Chiasso sono aumentati. Un aumento dovuto in larga misura all’arrivo di rifugiati ucraini. Il comune, storicamente tappa di flussi migratori, si dice attento all’integrazione. "Abbiamo più di 60 lingue a Chiasso, l'integrazione è dunque fondamentale. Prossimamente apriremo un nuovo centro di socializzazione nel quartiere di via Soldini in modo che le nuove persone possano incontrarsi. Per noi è fondamentale trovare un trait d'union tra la popolazione indigena e i nuovi arrivati".