L'interrogazione
Corpo docenti ticinese, "si applichi Prima i nostri"
©Chiara Zocchetti
©Chiara Zocchetti
Redazione
3 giorni fa
L'Udc interroga il Consiglio di Stato in merito al caso dei 13 abilitandi del Dfa rimasti senza possibilità di impiego. "La presenza nel corpo insegnante di numerosi frontalieri solleva interrogativi legittimi”.

Sette domande per chiedere, in sostanza, di "applicare 'Prima i nostri' anche nel corpo docenti ticinese". È il contenuto dell'interrogazione targata Udc inoltrata quest'oggi al Consiglio di Stato. "Il recente caso dei 13 abilitandi in italiano presso il DFA della SUPSI, rimasti senza possibilità d’impiego per l’anno scolastico venturo, ha nuovamente sollevato l’attenzione sulle criticità del percorso di abilitazione all’insegnamento in Ticino", scrivono Alain Bühler, Lara Filippini, Tiziano Galeazzi, Andrea Giudici, Sergio Morisoli, Aline Prada, Tuto Rossi e Roberta Soldati. A questa situazione "si aggiunge ora una presa di posizione di nove docenti attivi nella formazione degli stessi abilitandi, che denunciano apertamente un sistema 'ibrido, non realmente professionalizzante', che 'indebolisce la scuola e la figura dell’insegnante'".

"La presenza di frontalieri solleva interrogativi legittimi"

"A fronte di un calo demografico ormai strutturale che comporta una progressiva diminuzione del numero di allievi nelle scuole ticinesi, appare evidente che anche la necessità di docenti si stia riducendo". In questo contesto di contrazione della domanda, "la presenza nel corpo insegnante di numerosi frontalieri e titolari di permesso B solleva interrogativi legittimi sulla politica di impiego pubblico nel settore educativo, in particolare alla luce della crescente difficoltà di accesso alla professione per molti giovani formati in Ticino e in Svizzera". Una situazione, viene spiegato, "che appare ancor più critica se considerata alla luce dell'art. 14 cpv. b della Costituzione cantonale, che stabilisce esplicitamente che 'sul mercato del lavoro venga privilegiato, a pari qualifiche professionali, chi vive sul suo territorio per rapporto a chi proviene dall’estero', attuando così il principio di preferenza indigena". Un principio "fissato all’interno dei settori pubblico e parapubblico ticinesi e va rispettato".

Le domande

Sette le domande poste al Governo ticinese:

  1. Quanto è costata allo Stato la formazione dei suddetti 13 abilitandi (DFA) che, verosimilmente, finiranno in disoccupazione?
  2. Qual è il numero totale di docenti attivi nelle seguenti categorie scolastiche: a) scuola dell’infanzia b) scuola elementare c) scuola media d) scuola postobbligatoria (licei, SCC, centri professionali, ecc.)
  3. Qual è la suddivisione per nazionalità dei docenti attivi in ciascuna categoria, espressa sia in valori assoluti sia in percentuale?
  4. Per i docenti stranieri, quanti sono titolari di permessi B, C, Frontalieri o altri? Si chiede di suddividere i dati per categoria scolastica, sempre in termini assoluti e percentuali.
  5. Tra i docenti stranieri (compresi i frontalieri), quanti beneficiano di una nomina a tempo indeterminato? E quanti invece sono titolari di un incarico a tempo determinato, revocabile nel breve termine? Anche in questo caso, si chiede di suddividere i dati per ordine scolastico.
  6. Considerato il calo degli allievi e la conseguente minore necessità di docenti nei prossimi anni, il Consiglio di Stato è disposto a valutare, in collaborazione con le autorità comunali per i livelli di competenza, la possibilità di attuare una norma straordinaria per rescindere o non rinnovare contratti a tempo determinato a docenti frontalieri o titolari di permessi B, al fine di offrire maggiori opportunità di impiego ai giovani docenti svizzeri formati nel nostro Cantone o nel nostro Paese?
  7. Prevede la possibilità di istituire da subito un blocco immediato all’assunzione di docenti frontalieri?