Sette punti per motivare il proprio ricorso al Tribunale amministrativo federale (Taf) contro la corsia dei Tir sull'A2 tra Coldrerio e Balerna. È quanto fatto da sei comuni dei Mendrisiotto, gli stessi che si erano opposti al progetto dell'Ufficio federale delle strade (Ustra), ovvero Balerna, Chiasso, Coldrerio, Mendrisio, Novazzano e Stabio. "Nelle scorse settimane", viene spiegato, "il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (Datec), ha approvato il progetto dell'Ustra, evadendo in poche righe le importanti obiezioni solevate dai Comuni, sostenendo acriticamente le posizioni dell' USTRA". Per questo i Comuni hanno deciso di impugnare la decisione ricorrendo, come scritto, al Taf.
"Violazione del diritto di essere sentiti"
Il primo punto delle motivazioni riguarda "la violazione del diritto di essere sentiti". Il Datec, si legge, "non si è effettivamente confrontato con le contestazioni sollevate dai Comuni ricorrenti, in particolare in riferimento alla giustificazione della corsia per lo stazionamento dei veicoli pesanti (VP), limitandosi a riportare e ad appoggiare le argomentazioni dell’USTRA.
Le critiche sulla nuova corsia del Tir
La nuova corsia per i veicoli pesanti "è contestata in quanto non è il frutto di una corretta ponderazione degli interessi in gioco e di una valutazione di possibili alternative (principi ancorati nel diritto federale)". In particolare, scrivono i ricorrenti, "non si è tenuto conto del fatto che l'evoluzione del traffico pesante è in costante diminuzione nel corso degli ultimi decenni e che in futuro si punta a trasferire il traffico merci dalla strada alla ferrovia" e "del fatto che l'entrata in funzione del Centro di controllo dei veicoli pesanti di Giornico permette di gestire più agevolmente e con anticipo il traffico pesante diretto verso la dogana di Chiasso". Ma non solo, perché "l'Ustra ha giustificato l'esigenza della corsia dei Tir con presunti eventi straordinari nei pressi della dogana di Chiasso che impedirebbero la gestione del traffico pesante, ma che in realtà non possono essere considerati straordinari in quanto prevedibili e gestibili con un certo anticipo". Inoltre, "il processo di digitalizzazione delle procedure di sdoganamento permetterà di snellire e ridurre i tempi di attesa dei veicoli pesanti in dogana e a seguito del progetto PoLuMe è stato avviato uno studio da parte dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale con l'obiettivo di valorizzare il contenuto pianificatorio per uno sviluppo ottimale del territorio". Ma secondo i ricorrenti "anche la contestata corsia dei tir deve rientrare tra quelle importanti opere viarie del Mendrisiotto che devono essere coordinate nell’ambito di tale studio nell’ottica di un corretto sviluppo territoriale della regione". Insomma, per Balerna, Chiasso, Coldrerio, Mendrisio, Novazzano e Stabio "non sono state valutate in maniera approfondita delle possibili soluzioni alternative per delle aree di sosta per i veicoli pesanti in altri luoghi a nord del Ponte diga di Melide".
Tra cantiere, inquinamento fonico e tematiche ambientali
Gli altri punti riguardano la procedura di esame dell'impatto ambientale del progetto, che secondo i ricorrenti "non è stata eseguita correttamente". Inoltre, viene spiegato, la corsia dei tir "pone una serie di problemi dal profilo ambientale derivanti dal fatto che sono previsti degli interventi piuttosto invasivi (qui viene citato ad esempio l’allargamento del Viadotto Riale di Villa) all’interno del Parco della Valle della Motta (una zona protetta attraverso un apposito Piano di utilizzazione cantonale) e che vanno a toccare anche dei biotopi protetti a livello federale". Ma non è finita qui, perché a giudizio dei Comuni ricorrenti "non è neanche stata valutata correttamente dal profilo giuridico la natura dell’intervento stradale, che avrebbe dovuto portare a prendere in considerazione i limiti fonici più restrittivi con la conseguenza che Ustra deve farsi carico della posa di finestre fonoisolanti per tutti gli edifici presso i quali tali limiti sono superati", così come "non è stato valutato adeguatamente l’impatto paesaggistico, ad esempio sulla Chiesa di S. Antonio a Balerna, provocato dalla posa dei nuovi ripari fonici e dell’innalzamento dei ripari esistenti". Per quanto riguarda l'inquinamento dell'aria e il cantiere, infine, "il progetto comporta ulteriore inquinamento e non tiene adeguatamente conto della situazione già critica sulla qualità dell’aria nella regione del Mendrisiotto" e pone delle problematiche a livello di gestione del cantiere. Ad esempio, per questo ultimo aspetto, "non sono stati definiti con precisione i provvedimenti che verranno adottati per limitare il rumore e l’inquinamento durante i lavori, ritenuto che il cantiere si estenderà su superfici enormi per molti anni, a ridosso anche di zone abitate, e prevede lavorazioni molto rumorose anche di notte".