Ticino
Costi sanitari sempre più alti, Cereghetti: “Difficile invertire il trend”
Redazione
6 ore fa
L’ex capo ufficio assicurazione malattia commenta gli ultimi dati relativi ai costi sanitari dell'anno 2023 e quelli previsti per il 2024. "Un andamento preoccupante".

Nel 2023 i costi del sistema sanitario svizzero sono ammontati a 94 miliardi di franchi, pari ad un aumento del 2,4% rispetto all’anno precedente. E secondo le stime dell’Ufficio federale di statistica, nel 2024 i costi dovrebbero aumentare ulteriormente con variazioni superiori al 3%. Un trend che non sorprende l’ex capo ufficio assicurazione malattia Bruno Cereghetti. Anzi, sarà una situazione irreversibile. “È un trend che difficilmente sarà invertibile se si vuole dare un responso positivo alle esigenze della popolazione”, spiega a Ticinonews. “Il trend è abbastanza preoccupante: stanno intervenendo con delle misure estremamente drastiche per cercare di limitare l'aumento dei costi. Si tratta di interventi economicistici, che però hanno effetti dirompenti sulla popolazione e sulla qualità della medicina. Si pensi all'ultima trovata del Consiglio nazionale: aumentare le franchigie. Se già oggi le economie domestiche pagano di tasca propria oltre il 60% dei costi sanitari, con l'aumento delle franchigie saranno chiamati ulteriormente alla cassa. E questo in un momento deleterio per la popolazione, con l'incertezza del mondo del lavoro e tutto che aumenta”.

In Ticino aumento dettato da un fattore di civiltà

Come sempre ci sono marcate differenze cantonali. In Ticino a pesare sui costi è l’invecchiamento della popolazione. "Il nostro Cantone ha costi estremamente elevati, ma è abbastanza semplice da spiegare visto che ha il tasso di popolazione anziana nettamente superiore alla Svizzera”, prosegue Cereghetti. “È notorio che è la popolazione anziana che richiede maggiori interventi sanitari. Se la popolazione va in là con gli anni, vuol dire che tutto sommato sta bene e che ha molto riguardo di sé stessa. È, dunque, un alto fattore di civiltà, che però inevitabilmente ha delle ricadute sui costi della malattia. Alternative non ci sono, se non diminuire la qualità delle prestazioni sanitarie, con tutto quello che ricade sulle persone affette da malattia”.